Regia di Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE - FESTIVAL DI CANNES 77: FUORI CONCORSO
"-Qui etes-vous?
-Je suis le comte de Montecristo!"
Finito in prigione alla vigilia delle nozze per gli intrighi di alcune persone senza scrupoli, rancorosa e desiderose di vendetta per l'ascesa professionale e amorosa che lo vede meritato protagonista, Edmond Dantès (Pierre Niney), in un blitz orchestrato proprio nel giorno delle sue nozze, viene incarcerato con l'accusa di essere un collaborazionista di Napoleone in esilio, e posto in prigione tra le segrete di un'isola disabitata del Mediterraneo.
Ivi viene a sapere dall'abate Faria (Pierfrancesco Favino), suo compagno di prigionia, di un favoloso tesoro. Fuggito di prigione dopo anni di scavi estenuanti ed ininterrotti tra i cunicoli segreti di una fortezza-prigione ritenuta inespugnabile, da dentro come da fuori, e sostituendosi al cadavere del frate morto dopo anni di tentativi di evasione scavando varchi tra i muri di pietra della fortezza che li imprigiona, Edmond recupera quel tesoro e torna in patria per compiere la sua sacrosanta vendetta.
Giurando davanti ad un altare di chiesa deserto, direttamente rivolto a Dio in segno di sfida, che farà tutto il possibile per ristabilire la verità e quell' onore di cui fu privato senza poter contare su un aiuto divino.
L'ultima tra le molte trasposizioni del celebre, coinvolgente romanzo di Alexandre Dumas (ma esiste una versione per la TV dello stesso anno ad opera dello svedese Bille August, prossimamente fruibile sulle reti nazionali), è un film sontuoso e ben girato che vede all'opera la coppia collaudata e celebre di registi francesi Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte (Cena tra amici-2012, Il meglio deve ancora venire -2019). Pierre Niney appare straripante di energia e con un gran fisico prestante più di quanto ci aveva già abituato, come non lo si era mai visto.
La vicenda trasposta dai due bravi registi conserva il ritmo vorticoso del romanzo e riesce, qua e là, a risultare appassionante, soprattutto grazie ai panorami mediterranei noti di un lembo di mare che spazia tra i marosi di Cap Corse e il porto accogliente e sicuro di Marsiglia.
Splendide davvero le ambientazioni e le ricostruzioni storiche, permesse grazie ad un budget notevole, in un film che, solo in Francia, è stato un clamoroso successo, restato in sala tre cinque mesi ininterrottamente e capace di far accorrere in sala tre 9 milioni di francesi. Nel cast sontuoso di attori quasi tutti francofoni (a parte il citato Favino), la bella e fine Anaïs Demoustier e il perfido Laurent Lafitte contribuiscono a rendere pressoché definitiva questa ennesima trasposizione in cui la Francia si riappropria con dignità e clamore di uno dei suoi leggendari eroi letterario più rappresentativi di sempre.
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