Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Anche Bolognini frequenta il genere del cosiddetto neorealismo rosa. Lo fa con il mestiere ed il garbo che gli sono consueti e con qualche soluzione registica non dozzinale (intelligente l’uso della profondità di campo), ma tutto sommato innova poco, ed il piccolo mondo antico narrato al passato, ma ambientato nel presente (imitando il Fellini dei “Vitelloni”, che però parlava di ricordi veri), è sempre quello del quartiere e della piazzetta, dove i bravi ragazzi del titolo sbrogliano le loro passioni. Uno dei problemi è l’incongruenza di questo mondo, popolato di giovani senza genitori, dove la fretta e le ristrettezze del budget hanno limitato il numero dei personaggi, facendo somigliare il quartierino alla Paperopoli, dove ci sono tanti nipoti e zii, ma nessun genitore. Buona la prova, tra gli attori, di un Gino Cervi, coinvolto nel film dal figlio produttore, ma assai a disagio con il romanesco.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta