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Il regno del pianeta delle scimmie

Regia di Wes Ball vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il regno del pianeta delle scimmie

di axe
6 stelle

Diversi decenni sono trascorsi dalla guerra tra esseri umani e scimmie. I primi sono quasi estinti ed intellettualmente regrediti ad un livello quasi animalesco, a causa di un virus diffusosi nel XXI secolo; le seconde, evolute, grazie al medesimo agente patogeno, ed ormai dominatrici del territorio, nel quale vivono divise in vari clan. Noa, scimpanzè figlio del capo Koro del clan detto delle Aquile, poichè i suoi membri addestrano i maestosi rapaci, vive sereno nel suo insediamento ed è prossimo a prendere parte ad un rito che ne celebra l'ingresso nell'età adulta. La routine è sconvolta dall'arrivo di una feroce banda di gorilla, il quale raggiunge il villaggio seguendo le tracce di un essere umano; lo devasta, uccide il capo e ne deporta la popolazione. Noa fortunosamente si salva e scende sul sentiero di guerra, con l'intento di riportare a casa i membri della tribù, tra i quali alcuni suoi amici e la madre, Dar. Durante il viaggio fa conoscenza con Raka, un orango sapiente che lo istruisce circa la figura di Cesare, lo scimpanzè che guidò le scimmie contro l'uomo, ormai divenuto mito, nonchè con Nova, la ragazza umana ricercata dai gorilla. Nova è in grado di parlare e riferisce di chiamarsi Mae; quali sono le sue intenzioni, e perchè Proximus Cesare, l'autoproclamato sovrano delle scimmie, la cerca ? Quarto episodio della nuova serie di film dedicata al "Pianeta delle Scimmie", "Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie" è diretto da Wes Ball, regista statunitense noto per aver diretto gli episodi della serie "Maze Runner". La vicenda è ambientata dopo molti decenni del crollo della civiltà umana; le sue vestigia sono ormai coperte di vegetazione, tra la quale prospera la vita animale. Molte tribù di scimmie vivono in serenità tra radure e boscaglie che furono strade e palazzi. Branchi di umani, regrediti ad uno stato animalesco, vagano qua e là in cerca di cibo e non godono della simpatia delle scimmie; ma le insidie non giungono da loro. Un gigantesco e feroce gorilla, al comando un esercito di suoi simili, ispirato da un umano di stirpe evidentemente immune al virus, strumentalizza nome e ruolo del mitico Cesare al fine di dominare le altre scimmie proclamandosi loro re, e sfruttandone la forza per tentare d'impossessarsi dei contenuti di un bunker costruito dagli ultimi uomini quale baluardo contro il contagio del virus ed il dilagare delle scimmie evolute. Vero e proprio scrigno del tesoro per Proximus Cesare, il quale, benchè odi la specie umana, non manca di incarnare i difetti dei peggiori rappresentanti della sua specie. Avido di potere, violento, tronfio e prepotente, scimmiotta - è il caso di dirlo - non solo il Cesare, scimpanzè protagonista degli episodi precedenti, ma anche i "cesari" della Roma imperiali, le cui gesta gli sono lette e raccontate da Trevathan, un uomo che vive al suo servizio. Anche Nova, della quale apprendiamo successivamente il vero nome, Mae, è molto interessata al contenuto del bunker. La giovane umana, per nulla "regredita", è in missione al fine di recuperare un oggetto custodito al suo interno, indispensabile per l'attuazione di un progetto, ideato da altri umani non contagiati da virus, i quali sono intenzionati alla riscossa della specie. Mae e Noa combattono insieme, ognuno per raggiungere il proprio fine. Entrambe riescono nei loro intenti; lo scimpanzè, tra rabbia e tristezza, ha la conferma di quanto tutti i rappresentanti della propria specie sostengono. Degli umani, non ci si può fidare. Nonostante quest'amara consapevolezza, in virtù del sua positività verso un mondo diventuto, tutto sommato, accogliente per la propria specie, offre a Mae, in occasione di un ultimo incontro, un pegno di amicizia. Attori umani offrono le loro movenze ed alcuni somatismi ai personaggi primati tramite la tecnica del motion capture. Owen Teague è Noa, giovane rappresentante della propria specie e del proprio clan. Colpito da una tragedia alla soglia dell'ingresso nell'età adulta, non lascia che l'istinto di far sanguinosa vendetta prevalgano sul desiderio di riportare a casa la sua gente ed i superstiti della sua famiglia; il suo principale avversario è reso da Kevin Durand. Mae, il cui personaggio subisce una profonda metamorfosi - da creatura smarrita ed impaurita, acquisisce autorevolezza man mano che il racconto procede; la nebulosità del suo ruolo getta contemporaneamente un'ombra sulla sua positività - è interpretata dalla britannica Freya Allan. L'opportunista Trevathan è interpretato da William Hall Macy. Il film è stato realizzato mediante una convincente computer-grafica, tramite la quale è tratteggiato un mondo del futuro ove la presenza umana è palpabile tramite le vestigia della sua civiltà del XXI secolo, coperta di vegetazione o riparo per i nuovi padroni del territorio. Grattacieli in rovina, navi rugginose, ferrovie, aereoporti, sono a disposizione delle scimmie. Interessante la ricostruzione del bunker, ricco di tecnologia umana in perfetto stato di conservazione. Il racconto gode di un buon ritmo e procede senza colpi di scena; l'autore della sceneggiatura sembra non voler uscire da un percorso prestabilito, definendo i connotati di un mondo nel quale presumibilmente saranno ambientati ulteriori sequel. La visione è gradevole, non ci si annoia, nonostante la lunga durata. Ma avrei preferito veder "osare" qualcosa in più.

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