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Il regno del pianeta delle scimmie

Regia di Wes Ball vedi scheda film

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La recensione su Il regno del pianeta delle scimmie

di Souther78
2 stelle

Programmazione predittiva a piene mani: uomini cattivi, scimmie buone. Come a dire: ve la meritate l'estinzione! E, intanto, l'umanità vera sfuma all'orizzonte, sostituita da AI e computer grafica, in un triste parallelismo con quella che, nel film, soccombe alle scimmie. Trama esile e a senso unico: l'importante è il fine, non il mezzo!

Mentre l'umanità si dirada all'orizzonte nella narrativa del mondo immaginario in cui si impongono le scimmie, quella reale sfuma e soccombe, invece, alla computer grafica. Difficile non cogliere questo (involontario?) parallelismo. E, proprio come l'essere umano qui rappresentato è peggiore delle scimmie, nel mondo "reale" esso viene svilito a favore dell'AI.

 

L'impostazione ideologica dell'opera non stenta ad affiorare: umani come mala mundi, traditori, malpensanti, pronti con l'arma nascosta dietro alla schiena. Umani che si vendono per una carità, o che esercitano prepotenza e violenza. Si strizza l'occhio ai fautori dell'estinzione umana, tralasciando - ovviamente - di prendere in considerazione i veri artefici del male comunemente ascritto all'umanità nel suo insieme. Del resto, "quelli" (gli artefici, cioè) sono nient'altro se non i committenti delle opere cinematografiche, oramai palesemente preposte all'indottrinamento delle masse senza alcun ritegno.

 

Come già altri hanno osservato, affidarsi alla grafica computerizzata svilisce qualsiasi aspirazione recitativa, demandando ai calcolatori le virtù espressive una volta esclusivo appannaggio dell'essere umano. Realtà sempre più virtuali, in un mondo sempre più virtuale. Scimmiette ammaestrate virtuali, per intrattenere scimmie ammaestrate reali, che si compiacciono di pensar male di se stesse, colpevolizzandosi per qualsiasi bandierina i suoi padroni sventolino.

 

Si dice che i padroni del pianeta (no, non gli umani!), mancando della capacità di creare, siano costretti a svelare i propri piani agli esseri umani, affinchè questi, poi, li realizzino a loro volta e vi aderiscano implicitamente, mediante un giochetto volto a estorcere il consenso attraverso l'inganno. Questi pezzi di narrazione, volgarmente chiamati "cinema", contengono infinite suggestioni, a partire dai fantavirus, per continuare con la malvagità dell'essere umano, la sua estinzione, etc.

 

A ben vedere, tolta la narrazione programmatoria, il film si rivela in tutta la sua tediosa vacuità: poco più (o poco meno!) di un videogioco, privo di grandi spunti, con una trama banalotta, semplicistica e superficiale, che si risolve in qualcosa di fine a se stesso.

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