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Il regno del pianeta delle scimmie

Regia di Wes Ball vedi scheda film

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La recensione su Il regno del pianeta delle scimmie

di ANdaMI
6 stelle

La saga del pianeta delle scimmie si arricchisce di un nuovo capitolo che funge da riflessione su quanto accaduto nei tre precedenti e che si interroga sul mondo che ne è risultato.

 

locandina

Il regno del pianeta delle scimmie (2024): locandina

 

Il regno del pianeta delle scimmie è il sequel diretto del film di Matt Reeves The War - Il pianeta delle scimmie del 2017, che si concludeva con la morte del suo protagonista: Cesare. Dopo un prologo incentrato proprio sul funerale del grande leader, la pellicola ci catapulta in un futuro molto lontano in cui i primati sono ormai dotati di intelligenza e linguaggio paragonabile a quello umano, mentre i suddetti sapiens sono totalmente regrediti ad uno stadio primitivo, per non dire animalesco. La trama segue le vicende di Noa (Owen Teague), uno scimpanzè appartenente ad una comunità pacifica che vede la propria quotidianità sconvolta quando un altro gruppo di scimmie, meglio armate e organizzate, rapisce i membri della sua famiglia e i suoi amici per utilizzarli come schiavi. Il capo di questa tribù rivale, tale Proximus Cesare (Kevin Durand), ha infatti preso il comando stravolgendo il messaggio del Cesare originale ed utilizzandolo per i propri loschi scopi. Nel viaggio alla ricerca dei suoi cari, Noa sarà accompagnato dall'orango Raka (Peter Macon) e da una giovane umana, Nova (Freya Allan), che incontrerà lungo la sua strada. Entrambi saranno per lui fonte di riflessione sul passato e sul futuro del nuovo mondo dominato dalle scimmie.

 

Freya Allan

Il regno del pianeta delle scimmie (2024): Freya Allan

 

Sceneggiato da Josh Friedman e diretto da Wes Ball, regista noto per aver firmato la trilogia di Maze Runner, il nuovo episodio della saga arriva dopo ben sette anni dall'ultima produzione e si caratterizza per un totale cambio di cast e personaggi. Tutto farebbe pensare ad un nuovo inizio per il franchise se non fosse che i rimandi alla "vecchia" trilogia non solo sono costantemente presenti ma svolgono un ruolo importante per l'economia narrativa. Il regno del pianeta delle scimmie ci mostra infatti il risultato dell'evoluzione scimmiesca e dell'involuzione umana ormai giunti al loro ultimo stadio. Questo nuovo mondo (o meglio, pianeta) sempre accennato ma mai ultimato si palesa finalmente davanti ai nostri occhi in tutta la sua bellezza in computer grafica. Se il comparto tecnico non ha nulla di cui vergognarsi lo stesso si può dire del sottotesto che regge la storia. Il film mette sul piatto temi di grande spessore come l'importanza della memoria storica, dell'intelligenza e della conoscenza. Proprio la ricerca di quest'ultima a volte rischia di farsi pericolosa se mai dovesse cadere nelle mani sbagliate. Ma quali sono le mani sbagliate? Quelle delle scimmie violente e imperialiste, qui rappresentate da Proximus, o quelle degli umani che sembrano ormai aver fatto il loro tempo? Il film solleva molte domande e spunti di riflessione, dimostrandosi così ben scritto e interessante al punto da condurci ai titoli di coda senza mai farci avvertire la pesantezza di più di due ore di durata. Fa sempre piacere assistere a blockbuster milionari che non si limitano all'iconografia spettacolarizzata ma che ricercano dilemmi morali e spingono a porsi qualche interrogativo in più, oltre a confondere su quale delle due parti sia lecito sostenere.

 

scena

Il regno del pianeta delle scimmie (2024): scena

 

Le vere lamentele vanno piuttosto rivolte altrove. Il personaggio di Noa è abbastanza piatto. Si limita a fare ciò che ci si aspetta da lui: essere il protagonista buono e coraggioso. In lui le sfumature scarseggiano assai e questo non lo rende noioso ma semplicemente indistinguibile da qualsiasi altro eroe stereotipato. Lo stesso non si può dire della sua compagna umana. Nova si rivela infatti davvero interessante, al contrario degli altri amici di Noa, Anaya (Travis Jeffrey) e Soona (Lydia Peckham), che seppur simpatici sono poco più che comparse. Validi sono invece Raka e Proximus, personaggi agli antipodi che ben rappresentano la memoria e la sua compromissione. La regia di Ball è discreta ma insufficiente a rendere accattivanti le scene d'azione, che risultano fiacche e prevedibili ed è un vero peccato. Non va molto meglio per quanto concerne il dramma. Il film fatica ad emozionare, pur provandoci continuamente, tra personaggi che muoiono e altri che si riconciliano. Inutile aspettarsi le lacrime che scorrono a fiumi come nei film con Cesare quindi.

 

scena

Il regno del pianeta delle scimmie (2024): scena

 

Pienamente soddisfacente dal punto di vista tematico ma carente nella messa in scena, Il regno del pianeta delle scimmie lascia aperto uno spiraglio per eventuali sequel. A tal proposito, la curiosità sarà stuzzicata a dovere sul finale. Un finale a cui si giunge tutto sommato appagati, consapevoli di aver assistito ad un buon film in cui non mancano i difetti ma neanche i pregi.

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