Regia di Wes Ball vedi scheda film
Un timido passettino in avanti anche se forse, per adesso, se lo potevano risparmiare...
IL REGNO DEL PIANETA DELLE SCIMMIE di Wes Ball, seguito della trilogia prequel reboot conclusa alla grande con Matt Reeves.
Molte generazioni dopo la morte di Cesare il mondo è dominato da numerosi clan di scimmie evolute e gli esseri umani sono ridotti a piccoli branchi devoluti nascosti qua e là. Il nostro Noa vive felice con la famiglia e i suoi amici. Una notte, dopo alcune circostanze sfavorevoli, il suo clan viene invaso e incendiato da dei fanatici guerrieri al servizio del re Proximus che rapiscono scimmie e umani in nome di Cesare. Sopravvissuto, Noa dovrà salvare la sua famiglia e scoprirà alcuni segreti riguardanti il passato degli umani e degli scimpanzè.
Di per sé non mi è dispiaciuto, l’ambientazione è curata, così come gli effetti speciali e con chiare scene d’azione. Tecnicamente Ball fa’ il suo e ci aggiunge un po’ di ironia ad alleggerire. I personaggi hanno una loro caratterizzazione e la ragazzina umana ha un suo percorso particolare. Si affrontano tematiche anche interessanti come il travisamento di un credo, l’ambiguità nelle scelte prese e il cattivo ha un suo obiettivo comprensibile e neanche tanto banale visto l’alto comprendonio delle scimmie per avvantaggiarsi contro gli umani ormai regrediti.
Mi dispiace però che il film ha diversi difetti. Innanzitutto dura troppo anche a causa di un’introduzione che occupa quasi metà del film mentre l’altra è più movimentata, ma niente di più rilevante, i personaggi sono sfruttati meno del dovuto sia in cose da dire che in minutaggio e il re Proximus senza il suo obiettivo è più piatto del suo comandante gorilla che è molto più temibile. Il worldbuilding stride non poco visto il suo volersi collegare al film precedente dando l’impressione che poco sia cambiato, specie nel modo di parlare delle scimmie e il progresso tecnologico. Inoltre c’è una bella forzatura nell’andare avanti e alcune azioni della ragazzina, seppur contestualizzata, non tornano più di tanto. Il finale è bello aperto, ma lascia un po’ di cose non tanto spiegate.
Ovvio, non è brutto, è decisamente inferiore all’Alba del pianeta delle scimmie, ma è doveroso fare nel seguito un deciso passo in avanti visto che qui si è tentennato a farne a malapena uno.
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