Regia di John Guillermin vedi scheda film
Superbo.
Questo appassionante giallo del 1978 mi ispira una considerazione a più ampio spettro circa il rapporto che i film instaurano con il proprio pubblico. Ci sono film che dallo spettatore pretendono moltissimo: addirittura possono essere privi di un significato se lo spettatore non opera una sua propria elaborazione mentale sopra di essi. E quindi sono oggetti volatili, fluidi, inafferrabili. Film che violano e rinnegano il tessuto deterministico su cui fino a prova contraria si fonda il nostro universo, film che si affidano al caos come solo principio ordinatore, film che raccontano una storia diversa ogni volta che li si guarda. Un nome su tutti: David Lynch. E poi ci sono invece film che si possono degustare senza il fardello del dovere di cercare un senso che vada oltre ciò che appare sullo schermo: Assassinio sul Nilo è un’opera paradigmatica. La ferrea logica del rapporto causa-effetto conduce a una soluzione univoca: se vogliamo c’è un rassicurante ottimismo positivistico in tutto ciò, Hercule Poirot con l’efficacia del suo metodo di indagine penetra la realtà e la riduce ad una verità esatta e definitiva. Egli soppesa durante la sua inchiesta varie possibili verità alternative, che vengono spazzate via alla comparsa dell’unica e sola realtà fattuale. Tutto il contrario dei film di cui sopra, che invece delle verità alternative si cibano a piene mani. Il personaggio Poirot risolve i suoi tragici casi con la tranquillità di chi affronta un rompicapo sulla Settimana enigmistica con un bicchiere di gazzosa accanto: il coinvolgimento emotivo è nullo, la qual cosa lo differenzia violentemente dall’investigatore archetipico degli hard boiled. Più che per il suo illustre fratello maggiore, Assassinio sull’Orient Express, la soluzione finale ci risulta appagante: perché non ci sono punti oscuri, perché il colpevole (anzi, i colpevoli) qui è palese ed esposto alla pubblica punizione, là invece un punto di domanda veniva lasciato. Una minore severità nei personaggi e nelle situazioni rispetto al predecessore rendono Assassino sul Nilo davvero una pellicola deliziosa da godersi in divina rilassatezza, senza, per una volta, cercare complicate interpretazioni in filigrana.
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