Regia di Rin Tarô vedi scheda film
Metropolis è un film d'animazione giapponese del 2001, diretto da Rintaro, basato sull'omonimo manga del "dio del manga" Osamu Tezuka, con sceneggiatura di Katsuhiro Otomu e prodotto da Toshio Suzuki (celebre produttore dello Studio Ghibli); infine tutti gli animatori sono della Madhouse.
Sinossi: L'anziano ma perspicace investigatore giapponese Shunsaku Ban ed il suo giovane nipote Kenichi giungono nella megalopoli Metropolis con l'obiettivo di catturare il folle scenziato Laughton, il quale lavora segretamente per il Duca Red; Red è l'uomo più ricco della città che progettà di costruire una torre/arma gigantesca e farla controllare dall'androide Tina, la quale dovrebbe fondersi con la struttura e controllare tutte le infrastrutture globali. Shunsaku Ban e suo nipote coinvolti involontariamente in questo folle piano proveranno a fermare il folle Duca.
Parlare di Metropolis non è assolutamente sempice poichè siamo di fronte ad una vera e proproa tappa fondamentale della storia del cinema d'animazione giapponese; il film in esame è un progetto epocale per produzione (5 anni di lavoro e budget di circa un miliardo di yen) e nomi coinvolti. L'idea del film è stata partorita proprio dal regista Rintaro (uno dei co-fondatori del celeberrimo studio Madhouse), il quale voleva fortemente realizzare sotto forma di Anime, l'omonimo manga del maestro Tezuka (facente parte della cosiddetta "trilogia fantascientifica" Tezukiana).
Rintarò per la scrittura del film si avvalse del lavoro del suo amico Otomo, altro genio indiscusso del settore il quale realizzò una sceneggiatura abbastanza differente rispetto al manga, richiamando invece il sempre omonimo capolavoro di Fritz Lang del 1927.
Guardando Metropolis lo spettatore rimarrà subito ammaliato dalla maestosità della città, megalopoli in cui si manifesta tutta la visionarietà del suo autore. La città inizialmente richiama celebri metropoli futuristiche come quelle viste in Blade Runner, Ghost in the Shell (//www.filmtv.it/film/27923/ghost-in-the-shell/recensioni/860412/#rfr:film-27923) oppure Akira (//www.filmtv.it/film/11926/akira/recensioni/861658/#rfr:film-11926) ma con uno stile ultra pop. La grandiosità di Rintaro non ha limiti e la messa in scena dellà città lo conferma pienamente, ed infatti dopo l'inizio scintillante l'autore ci presenta la vera essenza della metropoli, suddivisa in più livelli: in superficie spopolano grattacieli e sontuose strutture dove vivono i più ricchi, mentre in un primo strato sotteraneo in una zona degradata ed illuminata solo da scadenti luci al neon, risiedono una larga fascia della popolazione ormai ridotta alla fame e senza lavoro (le loro occupazioni sono state affidate a dei robot molto più produttivi degli esseri umani oltre ad essere facilmente controllabili).
Un altro aspetto tecnico interessante, riguarda lo stile con cui vengono realizzati i personaggi del film; Rintaro si rifà ad un tratto essenziale e tondeggiante "old fashion" di matrice Tezukiana, mentre i robot sono alqaunto elaborati ed innovativi con venature cyberpunk (grande amore dell'amico Otomo).
Oltre all'eccelso lavoro tecnico-stilistico, il film si contraddistingue per essere un caleidoscopio impressionante di tematiche; Rintaro ad esempio ci parla di intrighi politici e lotta di classe con dei giovani rivoluzionari pronti a dare la vita pur di vedere rispetatti i diritti essenziali dell'uomo.
L'autore nipponico (un po' come Otomo con Akira) inoltre ragiona sui rischi della scienza, soprattutto se conseguita a scopi bellici/politici o ancora ci mostra la brutalità delle milizie armate private, fasciste e naziste (il giovane Rock, a capo della milizia Mardock, prova un odio immotivato verso i robot).
Rintaro non si pone limiti e decide di inserire anche alcuni frangenti di puro esistenzialismo come dimostra il finale con l'androide Tima che s'interroga sulla sua reale natura (aspetto interessante ma solamente tratteggiato, quindi se proprio vogliamo cercare il fatidico ago nel pagliaio qui Rintaro e Otomo potevano fare qualcosina di più).
Metropolis è l'esempio pefetto come in un film arte, politica ed intrattenimento possono fondersi alla perfezione.
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