Regia di Rin Tarô vedi scheda film
Un'opera che brilla di un equilibrato splendore, in cui la visionarietà avveniristica si sposa all'agilità del fumetto, senza troppo pretendere in termini di spettacolarità. L'animazione è molto accurata ed estremamente varia, con un'efficace raffigurazione dell'universo tecnologico e dell'ambiente metropolitano. Lo scenario fantapolitico è reso con un misto di crudo realismo e sensibilità umana, nella totale assenza di retorica. La forza di questo cartone sta nel geniale dinamismo della fantasia di regista e sceneggiatori, che sono un vero portento nell'inventare continuamente nuove situazioni e inquadrature, dando vita ad una straordinaria ricchezza di immagini, sempre mantenendo il tratto morbido ed asciutto tipico della migliore grafica giapponese.
"Metropolis" è una favola apocalittica sui pericoli derivanti dall'incontrollabilità del potere, i cui ciechi meccanismi, rappresentati dall'androide Tima, finiscono per rendersi pienamente autonomi, dominando il destino di chi li ha creati. La distruzione materiale, che è lo sfogo estremo della violenza del male, è, però, anche l'evento definitivo in grado di esaurirne la potenza, preparando, così, il ritorno della pace. Non a caso la scena catastrofica del crollo dello ziggurat, moderna torre di Babele, è accompagnata dalle rassicuranti note di "I can't stop loving you". A sopravvivere, dopo la devastazione, garantendo la continuità della vita e della storia, è infatti la memoria del passato, la capacità di ricordare gli affetti e di riallacciare i vecchi rapporti che, in un mondo invaso dalle macchine, resta la sola, autentica, irriproducibile prerogativa della specie umana.
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