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Metropolis

Regia di Rin Tarô vedi scheda film

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La recensione su Metropolis

di ilcausticocinefilo
9 stelle

 

 

Basato sull’omonimo manga del “Dio” Tezuka (nume tutelare di innumerevoli artisti delle generazioni successive) ideato nel 1949, quando il suo autore aveva appena 21 anni, ispirandosi molto alla lontana al classico del 1927, Metropolis costituisce – per dirla chiaramente – una tappa fondamentale dell’animazione giapponese, uno dei più importanti ed entusiasmanti film di genere degli ultimi 30 anni almeno.

 

Affidato per la regia a Rintaro (non per niente, visto che fu allievo ai tempi proprio di Tezuka) e per la sceneggiatura niente poco di meno che a Katsuhiro Otomo (ovvero – c’è bisogno di ricordarlo? – l’autore di Domu e di quel capolavoro intramontabile tra cinema e fumetto che risponde al nome di Akira), pare sia costato oltre 1 miliardo di yen (sui 15 milioni di dollari) ed abbia richiesto ben 5 anni di lavoro ad un vasto e variegatissimo staff assolutamente d’eccezione per esser completato.

E, che dire, i risultati si vedono tutti. In quanto ci troviamo in presenza di un’opera visivamente clamorosa, potentissima, ammaliante, oltreché stilisticamente sui generis e spiazzante nella miglior accezione possibile.

 

https://infinimata.com/img/dvd/2002/B00005V4XG-410.jpg

 

Fa mostra d’una perfetta fusione di CGI di altissimo livello (impiegata in modo particolare nella resa di tal distopica città del futuro multi-livello) e cel-animation, ovvero animazione tradizionale (impiegata invece nella realizzazione dei personaggi, tratteggiati rispecchiando fedelmente lo stile caratteristico di Tezuka).

Questo persistente mix produce un risultato finale, per l’appunto, del tutto inusuale e capace di distanziarsi decisamente dalla media dei film d’animazione (non solo giapponesi); un risultato finale figurativamente magnifico e curatissimo sin nei minimi dettagli.

 

E le “sorprese” non si fermano qui: no, perché Metropolis presenta altresì una complessità tematica affatto indifferente. E’ vero, sul versante narrativo può apparire – quantomeno a primo acchito – un poco contorto e non altrettanto innovativo, ma si tratta di un’impressione passeggera, considerato che in effetti le questioni che solleva (si potrebbe dire a mezza via tra A.I. - Intelligenza artificiale e Blade Runner), soprattutto concernenti i possibili rischi derivanti da un progresso tecnico illimitato lasciato alla mercé del volubile capriccio di ristrette élite avide ed egoriferite, sovente malintenzionate e disinteressate delle sorti del resto della comunità umana, beh, rimangono pur sempre stimolanti e di un’attualità fin preoccupante.

 

https://www.evosmart.it/wp-content/uploads/2021/05/evosmart-metropolis-2001-1.jpeg

https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/lastampa/2021/12/07/135722485-4b5401dd-7da4-49c6-b8b8-f6406d6e761c.jpg

 

Non si troveranno risposte, ovviamente, all’interno della narrazione, ma infiniti stimoli e spunti sì. La soluzione potrebbe consistere nel sottrarre ad un controllo di stampo marcatamente (e voracemente) capitalistico le redini dell’innovazione tecnologica, finanche dell’economia tutta, inducendo un radicale mutamento di sistema. Ehh.

Ma oggi, a vent’anni di distanza dall’uscita del film (e a più di 70 da quella del manga), con quale stato delle cose siamo costretti a confrontarci? Presto detto: una realtà di completo dominio monopolistico di una manciata di aziende simil-onnipotenti che hanno tutte le carte “in regola” per imporre la loro visione del “progresso” e che difatti stanno già tentando di farlo, tramite iniziative come quelle ruotanti intorno allo sviluppo di un’intelligenza artificiale a tutto campo (potenzialmente incontrollabile); ad una si vorrebbe inarrestabile automazione in grado di condannare alla disoccupazione e alla povertà più nera intere fasce di popolazione (e nel film, che in questo fa eco a quello di Lang, lo si vede benissimo) e a propositi “totalitari” di controllo e direzione delle coscienze del genere del progettato (agognato?) “metaverso” di Zuckerberg.

 

Esiti apocalittici paiono sempre più nell’orizzonte del possibile. Eccessivo pessimismo, esagerazione? Si spera. Ma tanto basta per dire dell’inesausta attualità di un semi-capolavoro come Metropolis.

MINI-SPOILER: Che comunque, a fronte di tanta inquietudine, nel finale apparentemente pessimista sembra voler lasciare però le porte aperte ad una possibile conciliazione futura tra uomini e macchine (chissà, magari in vista di un’unione delle lotte contro il vero oppressore), dunque in definitiva alla speranza. FINE MINI-SPOILER.

 

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Il monito c’è, in sostanza, si abbatte e si scaglia sullo spettatore con in-fraintendibile coerenza e grande forza (senza contare che il film affronta poi tanti altri temi, quali ad es. la problematica del che cosa significhi essere umani [à la Ghost in the Shell] o la descrizione della violenza prettamente fascista di chi si trova in una posizione di dominio e odia spietatamente chi sta sotto).

Al netto di quanto detto, l’opera di Rintaro visivamente rimane, ad ogni buon conto, per ritornare all’inizio, un’esperienza cinematografica unica e travolgente, pertanto, anche solo in virtù di ciò, meritevolissima di non una ma ripetute visioni.

All’uscita è stata accolta da un buon successo in patria; tristemente è passata invece inosservata da noi. Ma è appunto da recuperare, senza remore di sorta, e mica soltanto da qualunque appassionato di anime, manga e cultura giapponesi, beninteso, ma proprio da qualunque appassionato di cinema tout court.

 

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/4/44/Metropolis_di_Osamu_Tezuka_000.JPG/1200px-Metropolis_di_Osamu_Tezuka_000.JPG

 

 

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