Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Puro estratto di Brian De Palma, un film pieno-zeppo di citazioni da quello che definire idolo del regista italo-americano è poco: Alfred Hitchcock. "Femme Fatale" ha il sapore vellutato del cinema innamorato di se stesso, a cominciare dalle musiche del fido Ryuichi Sakamoto, che apre la pellicola con una rivisitazione molto particolare del Bolero di Ravel. Siamo a Cannes, in pieno festival, e una ladra di professione, bella e sexy da svenire che ha volto e corpo di Rebecca Romijn Stamos, si prepara a un colpo miliardario: il furto di un collier di diamanti che, temporaneamente, si trova parcheggiato sul collo di un'invitata di lusso. Qui De Palma scivola con disinvoltura nei territori del lesbismo, ma superficiale, tanto per risvegliare negli spettatori gli istinti più pruriginosi. Nel bagno dei locali del Palais du Cinema si consuma sesso bollente e le musiche di Sakamoto, che ci prova gusto a saccheggiare con savoir fare il compositore Bernard Hermann (guarda caso il preferito di Hitch) vi si sposano alla perfezione. Seguiamo le peripezie di questa Barbie mozzafiato con l'occhio voyeuristico di De Palma perché lui vuole così, e non possiamo sottrarci al nostro destino di pubblico prigioniero di un sogno. Laura Ash, così si chiama questa macchina del crimine e del peccato, tradisce i soci, cambia identità, si sveglia in una casa azzurra, nel centro di Parigi, accudita da una famiglia di estranei. Che comodità, un'identità acquisita senza nessuno sforzo, una vasca da bagno pronta e perfino l'accappatoio personale. La cinepresa di De Palma ammicca a "La donna che visse due volte", con la coppia di anziani che prende il posto di James Stewart, e a "Marnie" con le atmosfere avvolte nella penombra e la sagoma della ragazza, l'altra "se stessa" di Rebecca Romijn Stamos, che si staglia sulla finestra, esile, come fosse una ballerina di Degas. Gli echi dello splendido "Marnie" proseguono nella sequenza del tentativo di suicidio della ragazza, Lily, e di Laura che la spia e ricorda...Ma c'è anche un po' di "Malice", il bellissimo thriller con Bill Pullman. Il silenzio regna sovrano e i minuti scorrono, a dimostrazione che i dialoghi sono enormemente sopravvalutati. Stacco della cinepresa, piombiamo sul balcone del caballero stanco, Antonio Banderas, professione fotografo. L'immagine è spezzata a metà: ciò consente di seguire le peregrinazioni parigine di Laura, con l'ennesimo travestimento. Stavolta è la moglie dell'ambasciatore americano. È seducente, fasciata nel'abito bianco scollato ad arte, bianca diafana e con occhiali scuri. Inizia il gioco del finto rincorrersi del fotografo e della sua preda. Un gioco molto pericoloso e indovinate chi sarà la vittima.....Un film profuso di erotismo, con poco sesso al contrario di quanto era stato sbandierato in campagna promozionale. È il De Palma che gli ammiratori conoscono, ma è un De Palma al cubo. Possiamo definirlo un esercizio di stile, da parte del regista che nella scena girata a Cannes si produce nell'ennesima variazione sul tema della rapina. La Romijn Stamos è uno strumento erotico nelle mani di De Palma, mentre Banderas alias Nicolas Bardo, gigioneggia ma sorregge il ruolo del paparazzo nevrotico con mestiere. Che cos'è, nel complesso? Un gioco a incastro di citazioni, dove si possono individuare senza sforzo anche "La fiamma del peccato", dove Barbara Stanwych è il vero alter-ego di Laura, e "Intrigo internazionale" nella scena girata nei campi, con i ragazzi in attesa del torpedone. Perfino Thierry Arbogast, il direttore della fotografia, è una citazione: è il nome dell'investigatore di "Psycho". È un film che possiamo scegliere di prendere per quello che è: un puro omaggio a Hitchcock, perché altrimenti dovremmo considerare anche le sue pecche, come una patina distribuita a ventaglio. Se non fosse un ossimoro, si potrebbe parlare di una crosta di patina che soffoca il film. Molta maniera, ma anche tanta immaginazione.
Nello spogliarello davanti a un contratto Banderas, sul punto di esplodere, è davvero superba. La sua capacità di eccitare è rivolta a entrambi i sessi.
Bravo e perfettamente mimetico ai movimenti di macchina di De Palma
Piccolo ruolo, ma significativo.
È una sfida a quanti gli rimproverano di essere solo un tecnico. «Ah, sì? E allora provate a superarmi se ci riuscite!»
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