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Twisters

Regia di Lee Isaac Chung vedi scheda film

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La recensione su Twisters

di YellowBastard
6 stelle

Ci sono volute la Warner Bros., l’Universal e la Amblin, tutte insieme, per realizzare quello che si può impropriamente definire un sequel di Twister, film di Jan De Bont del 1966 con protagonisti Helen Hunt e Bill Paxton.

Impropriamente perché Twisters (al plurale) non è veramente (o completamente) tale in quanto piuttosto uno “pseudo” sequel stand-alone “barra” remake “barra” reboot per un disaster movie che, al netto di certe dissonanze sociologiche e/o culturale, ha comunque segnato il cinema degli anni’90 sperimentando anche nuovi e innovativi effetti speciali.

Un “sequel” di cui, forse, non si sentiva davvero il bisogno ma che comunque funziona, almeno nel modo in cui funzionava il suo capostipite.

 

Twisters | UCI Cinemas

Two is meglio che one (Il secondo è migliore del primo?)

 

Nel riesumare, e rinnovare, più di vent’anni dopo un titolo che nonostante il successo stranamente non ha generato alcun tipo di franchise ma che è comunque rimasto nell’immaginario collettivo, forse (probabilmente?) proprio per la sua unicità, i produttori hanno almeno compreso di non poter contare soltanto sulla CGI, ormai non più un valore aggiunto, puntando invece sulle relazioni umane e nella rivendicazione di un senso di comunità che l’America sta lentamente, e tristemente, perdendo.

Twisters nasce da questo, inizialmente con la regia di Joseph Kosinski, rimasto comunque come produttore, e successivamente finito invece nelle mani di Lee Isaac Chung, l’autore di Minari. Si era offerta anche Helen Hunt, protagonista del capitolo precedente, che avrebbe voluto sviluppare un vero e proprio sequel ma è stata rispedita (malamente?) al mittente.

 

Dietro questo “revival” (forse questo è il termine più adatto) rimane comunque il suo nume tutelare Steven Spielberg, che decide di rielaborarne la portata narrativa e drammatica in un contesto cinematografico più moderno ma allo stesso modo (molto) familiare, dove l’effetto nostalgico si mescola alla commedia spingendo soprattutto sul lato più catastrofico della vicenda.

Lo schema dello sceneggiatore Mark L. Smith, d’altronde, non si differenzia poi molto dalla pellicola originale, conservandone lo spirito e rimanendo funzionale ai suoi aspetti più spettacolari assecondando la legge dei sequel che dice: uguale ma (molto) più grosso!

Si possono infatti ritrovare tutti gli elementi che da sempre affascinano lo spettatore in termini sia di narrazione avventurosa e come il primo Twister strizzava l’occhio, tra un effetto speciale e l’altro, alla screwball comedy anche il film di Lee Isaac Chung cerca di cavalcarne la tendenza.

 

Twisters è sequelsorpresa dellestate funziona alla grande La recensione

"Chudi quella porta, che fa corrente!!"

 

Infatti, dopo Challengers e The Bikeriders, anche Twisters propone al pubblico estivo una sorta di triangolo amoroso che cerca di riconfigurarsi in un classico film commerciale e mainstream.

Il triangolo è lo stesso che troviamo in ogni storia scritta al femminile che vuole avere una qualche presa commerciale, ovvero una donna condivisa da due uomini che rappresentano due opposte fascinazioni, uno rappresenta un legame tranquillo, solido e sicuro, affidabile e gentile (il matrimonio) e l’altro che rappresenta l’attrattiva sessuale, pericolosa e più travolgente e, per questo, anche più attraente (la lussuria).

Non mancano poi neppure le classiche scene, dalle dichiarazioni ai gesti clamorosi fino alle corse alla fine per ricongiungersi.

Manca soltanto il bacio, su richiesta sembra dello stesso Steven Spielberg, forse con l’intenzione di non dover compromettere un legame implicitamente romantico con eccessive effusioni carnali? Chissà…

 

Twisters review: Glen Powell and Daisy Edgar-Jones star in an  'underwhelming' sequel

Come in un romanzo di Nicholas Sparks..

 

Tra i protagonisti l’ormai lanciatissimo Glen Powell, che Hollywood vuole disperatamente aggiungere tra le sue stelle ormai un po' troppo datate o sul viale del tramonto, che conferma il suo nuovo status di Principe delle commedie romantiche di questi ultimi anni.

Il problema, a parer mio, è che Powell ad oggi ripropone ad ogni pellicola sempre lo stesso identico personaggio, sfumatura più o sfumatura meno, e sarebbe forse il caso di vederlo anche in qualche altro ruolo prima di consacrarlo definitamente coem tale.  

Lui e Daisy Edgar-Jones rappresentano, esteticamente, la copia perfetta per una commedia romantica alla “ci eravamo tanti odiati” mentre Anthony Ramos ha invece il ruole del terzo incomodo mentre il cast è completato anche da David Corenswet, futuro Superman per James Gunn, Maura Tierney, Kiernan Shipka, Daryl McCormack, Brandon Perea, Katy O' Brian, Sasha Lane, Tunde Adebimpe e Nik Dodani.

 

Per ultimo, Twisters riesce anche a incanalare in modo piuttosto ironico quella tendenza alla meta-narrazione implicito ormai in molte pellicole moderne, con il cinema che commenta sé stesso strizzando l’occhio direttamente allo spettatore, e con il tornado che distrugge proprio lo schermo di un cinema subito dopo che i protagonisti hanno spinto la gente ad andarci offrendogli uno spettacolo in diretta su quanto noi stiamo invece guardando, al sicuro, nei nostri cinema.

La scusa è per ripararsi dal tornado, ovviamente, ma il sottotesto hollywoodiano di “dobbiamo trovare il modo di spingere la gente ad andare al cinema”, magari anche per guardare dei tornado che distruggono tutto (o anche per una storia romantica che scaldi il cuore) è proprio lì davanti a noi, senza nemmeno troppe sfumature.

 

Twisters - Nuovo trailer, immagni catastrofi naturali - Gamesurf

"Non é che, forse, con questa storia del 3D stiamo un pò esagerando?"

 

VOTO: 6,5

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