Regia di Shawn Levy vedi scheda film
Deadpool, giunto alla terza pellicola, si allea con Wolverine in un film che era impossibile fallire; perché i personaggi piacciono, come gli attori che li interpretano da anni. Ryan Reynolds gigioneggia come sempre, mentre Hugh Jackman, finalmente, indossa la tuta gialla dei fumetti.
Deadpool, giunto alla terza pellicola, si allea con Wolverine in un film che era impossibile fallire; perché i personaggi piacciono, come gli attori che li interpretano da anni. Ryan Reynolds gigioneggia come sempre (e ci mancherebbe se non lo facesse, praticamente è come se dirigesse lui, il direttore è solo un supporto in più!), mentre Hugh Jackman, finalmente, indossa la tuta gialla dei fumetti, tanto iconica, quanto mai vista in live action, fino a questo film. Il divertimento è assicurato, ma ciò che manca sono una trama e un soggetto, perché qui si recita e si combatte istintivamente. Ovviamente il film è politicamente scorretto, con schizzi di sangue e splatter a volontà, che farebbero la gioia di un Ruggero Deodato e di un Lucio Fulci, persino i camei importanti abbondano, fra cui spiccano quello del tenero cagnolino Dogpool, che si può definire la mascotte del film. Deadpool sarà pure questo, anche nei fumetti, ma il film si accoda ad altri prodotti simili e tamarri, anche se è targato, in America, R-Rated. Non è questo il film che salverà la Marvel dall'abisso in cui è caduta, che sicuramente tenterà ancora con prodotti più "impegnati", è solo un divertissiment estivo uscito al momento giusto, con personaggi "giusti". Il film di Wolverine, con Deadpool fra gli interpreri, c'era già stato, nel 2009, e non fece furore, qui è Logan a giocare con le regole di Wade Wilson e lascia comunque il segno, nonostate nessuno del cast si prenda sul serio, a cominciare dalla cattiva Cassandra Nava, sorella di Charles Xavier, che pare uscita da "STAR TREK THE MONTION PICTURES", perché si presenta in scena calva, come la compianta attrice indiana Persis Khambatta, del succitato film di fantascienza, del 1979. Si assiste all'enmesimo film demenziale americano, con parecchia violenza e numerose scurrilità e fruddure ai film Marvel che non sono andati a segno, ci si diverte, ma siamo ai livelli di "ZORRO CONTRO MACISTE", di Umberto Lenzi, o di un vecchio film con Bud Spencer e Terence Hill, dove alle scazzottare si aggiungono le parolacce e gli schiaffi a Bombolo di Tomas Milian, o al quarto film di Austin Powers, o dei Guardiani di James Gunn (personaggi di successo che mi hanno sempre lasciato indiffrente, mentre Deadpool e Wolverine sono più alla mia portata, forse perché i mutanti li conosco di più, come Spider-man). Se il popolino approva tutto questo, "cedo ala violenza", ma il vero cinema dei cinefumetti che più amo, quello dei primi due Superman, con Christopher Reeve, degli Spider-man di Sam Raimi e dei Batman di Tim Burton e Chris Nolan, non abita qui.
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