Regia di Ridley Scott vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
"Sono pronta a dare la mia vita per Roma!
Ma non quella di mio figlio!!"
Ridley Scott torna all'Antica Roma venticinque anni dopo il successo dell'impresa del gladiatore Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe), morto eroicamente dopo aver affrontato ed ucciso il perfido Commodo (Joaquim Phoenix), figlio dell'imperatore Marco Aurelio (Richard Harris).
E torna nell'unico modo plausibile per proseguire una saga fortunata ed accattivante che ha reso Il Gladiatore come il ritorno del colossale mitologico in cappa e spada, ovvero spostando la vicenda sull'erede nascosto del protagonista defunto, figlio di Massimo e di Lucilla (Connie Nielsen), sua amante, a sua volta figlia di Marco Aurelio e sorella di Commodo, che dovette allontanare il bimbo, chiamato Lucio, per timore che venisse ucciso dallo stesso Commodo, perfido ed uso a rapporti incestuosi con la inerme sorella.
Ora Lucio (Paul Mescal) è un uomo, e vive libero ed innamorato in Nordafrica, nel comprensorio berbero di Numidia, ove partecipa attivamente alla difesa della città dagli attacchi nemici.
Ma un potente attacco dal mare perpetrato dall'Impero Romano nella sua fase espansiva ma anche decadente e corrotta, portato avanti con successo grazie all'abilità strategica ed operativa del comandante Marco Acacio (Pedro Pascal), a sua vita nuovo partner di Lucilla, farà si che Lucio si ritrovi deportato come schiavo a Roma, ceduto grazie alla sua abilità nel combattere allo scaltro mercante di schiavi Macrino (Denzel Washington), e sottoposto ai più audaci combattimenti nel parterre insanguinato del Colosseo, tra babbuini carnivori, rinoceronti imbizzarrito, e persino squali, volti ad assicurare il più liberatorio ludibrio ai due viziati, debosciati e crudeli imperatori gemelli Geta e Caracalla.
Finché Lucilla non intuirà le vere origini del valoroso combattente, richiamata da un innato istinto materno.
Nei primi venti minuti del seguito del Gladiatore, Ridley Scott ci dà lezioni su come si circonda, assedia, e conquista una città di mare protetta da mura che la facevano ritenere inespugnabile. Come sempre la grandiosità della visione bellica e la potenza delle immagini rigorosamente costruite dalla magia informatica trasforma la presa in un entusiasmante e convulso spettacolo che la proiezione in qualità Imax esalta e trasforma in un occasione per dar vita ad fenomeno di grande impatto visivo.
Non meno di quanto accadeva nel precedente lavoro del regista, l'ugualmente entusiasmante - dal punto di vista dell'action e della strategia di battaglia - Napoleon, nel momento dell'incalzante incipit dell'assedio di Tolone.
Ridley Scott è magnifico in questo contesto.
Anzi probabilmente il più bravo di tutti ad esaltare l'azione e la dinamica di battaglia.
Come è struggente ed intenso il momento immediatamente seguente la battaglia, quando il grande cineasta si adopera a rappresentare l'epica del trapasso dell'anima della amata donna di Lucio, uccisa proprio dal generale Acacio e la cui anima viene presa a bordo da due lugubri traghettatori e condotta nel regno di un aldilà misterioso ove la donna promette di aspettare il suo innamorato.
Per il resto questo Gladiator 2 è proprio una baracconata, resa leziosa da moine di personaggi stereotipati e di maniera come i due imperatori gemelli decadenti Geta (Joseph Quinn) e Caracalla (Fred Hechinger), e lo stesso Denzel Washington, che non rinuncia alla sua camminata dinoccolata di splendido settantenne, ma piuttosto fuori luogo in quel contesto storico ampiamente noto e documentato come è tutto il periodo dell'Impero Romano. Certo l'operazione di Scott è una perfetta macchina da incassi, in grado di richiamare folle di pubblico armate di barili di popcorn e bibite gassate, pronti a scatenarsi e a trasformarsi in parte del pubblico voyeuristico e caciarone che affolla il Colosseo per gustarsi lo spettacolo di mattanza ricostruito senza alcun timore di rasentare l'assurdo, o peggio il ridicolo.
Paul Mescal è perfetto per il ruolo, al punto da ricordare anche fisicamente i lineamenti di "papà" Russell Crowe, e con questo filmone si appresta a toccare livelli di divismo assoluto che lo vedranno eccellere e primeggiare nel prossimo futuro.
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