Regia di Roman Polanski vedi scheda film
"UN FILM NECESSARIO", così si è detto dell'ultimo film di Roman Polanski all'epoca della sua presentazione a Cannes, ed è questa la sensazione che se ne ricava dopo averlo visto. Infatti non se ne ha mai abbastanza di opere di questo tipo, per capire fino a che punto può arrivare la follia umana, ed in periodi in cui c'è chi vorrebbe riscrivere la storia, la testimonianza di chi certe ferite le porta ancora aperte sulla propria pelle è la scossa migliore per svegliarci dal torpore quotidiano. La musica è la chiave di lettura di tutto il film, film che si muove attraverso gli stati d'animo del protagonista, (ai quali si intrecciano quelli del regista). Il suo procedere in spazi sempre più angusti e devastati dove la pietà, il dialogo, la pena, non riescono a contrastare la discesa verso il baratro del dolore e dell'orrore. Il film mette bene in evidenza la differenza tra quello che succede esternamente al musicista, il freddo, il grigio, la solitudine e il silenzio di un' umanità a cui non servono più le parole per descrivere quello che sta accadendo, ed il calore interiore rimasto intatto tra tanta devastazione e morte grazie alla musica. E' infatti proprio la musica l'ancora di salvezza che permetterà al protagonista di non impazzire chiuso nella sua solitudine. E' il "notturno" di Chopin che gli permetterà di trovare un briciolo di umanità e di dialogo con l'ufficiale tedesco in una delle scene più intense e commoventi del film. E' affidato sempre alla musica, questa volta proveniente da una camionetta, il compito di annunciare ai sopravvissuti il ritiro dei tedeschi ed il conseguente doloroso ritorno a una vita che inevitabilmente non sarà più la stessa di prima.
Bel film, intenso Adrien Brody, bella la fotografia e grande regia. Palma d'oro meritatissima.
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