Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Roman Polanski racconta gli orrori della Shoah in un toccante dramma storico dai toni sommessi.
Con un'avvertibile punta di autobiografismo (da bambino, anche lui fu rinchiuso in un ghetto ebraico, da cui riuscì a scappare), l'ebreo polacco Roman Polanski racconta gli orrori della Shoah in un toccante dramma storico dai toni sommessi basato sull'incredibile storia vera del pianista Wladislaw Szpilman, scampato per miracolo all'internamento nei campi di sterminio e graziato da un milite tedesco dal buon cuore (interpretato da Thomas Kretschmann). Nell'eccellente Schindler's List, l'immane tragedia della storia era filtrata dal cinema in quanto strumento di nobilitazione della materia; invece nel film di Polanski è la storia stessa che parla da sé, infilzandosi con inusitata decisione negli occhi dei suoi silenziosi osservatori: davanti ad un uomo anziano in carrozzina che viene scaraventato vivo giù da un balcone, lo sgomento che si prova è indicibile, ma il regista trasmette queste freddezze con calore, in un ossimoro cifra distintiva di tutta la pellicola. Ronald Harwood adatta l'autobiografia di Szpilman evidenziandone i motivi "umani": su tutti, quello dell'amore per la musica. Qualche ripetizione nella struttura si sarebbe potuta evitare, ma il cast recita benissimo e senza retorica. La prova di Adrien Brody, meritatamente coronata da un Oscar, è intensa e straordinaria: splendida la scena in cui suona su richiesta del soldato.
Emozionante colonna sonora di Wojciech Kilar.
OTTIMO film (8) — Bollino GIALLO
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