Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Forse non è un film "perfetto" "Il pianista" di Roman Polanski, perché su una durata di oltre due ore non mancano alcune pagine un po' opache, ma il suo effetto cumulativo è sconvolgente, di grande potenza emotiva, tanto da farne uno dei migliori film del regista e una delle testimonianze più acute del difficile argomento della Shoah sul grande schermo. Con la storia della ostinata ricerca di sopravvivenza del pianista ebreo Wladislaw Szpilman Polanski ha realizzato una sorta di autobiografia "per interposta persona" che non ha nulla di retorico o inutilmente magniloquente e che, dopo una prima parte più espositiva, nella seconda regala momenti di grande cinema nel raccontare un'odissea disperata e brutale, parzialmente mitigata dall'amore per la musica, che per Szpilman sarà un vero strumento di salvezza. Polanski sembra mantenere una certa distanza dalla materia narrativa, ma molte scene colpiscono duro lo spettatore e il film diviene in qualche modo complementare rispetto alla visione di Spielberg in "Schindler's list", un altro inno alla capacità di sopportazione e alla dignità dell'essere umano in condizioni di vita terribili (a me piacciono molto entrambi i film, quindi non saprei indicare quale sia il "migliore", anche se nel Pianista si avverte una cognizione del dolore autobiografica che in Spielberg era meno evidente). Per fortuna la critica gli ha reso giustizia e il film ha avuto moltissimi premi in tutto il mondo, fra cui la Palma d'Oro a Cannes, tre Oscar importanti fra cui quello per la miglior regia che Polanski non ha potuto ritirare a causa dei suoi problemi giudiziari in America, sette premi Cesar in Francia e il Bafta in Inghilterra. Adrien Brody qui è stato davvero eccellente in una parte molto difficile, per cui appare meritato il suo Oscar come miglior attore, anche se il prosieguo della sua carriera ci è sembrato non all'altezza delle aspettative; fra gli altri attori merita una menzione almeno Thomas Kretschmann nella parte del "nazista buono", ma il film è interamente nelle mani del suo regista. Inoltre, vedendo questo film si possono capire anche molti elementi che stavano alla base della sua poetica nelle opere precedenti, dunque si tratta di una visione davvero "essenziale".
Voto 9/10
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