Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Avendo rifiutato la regia di "Schindler's list",Polanski sembrava non voler fare il "suo" film sull'Olocausto,anche se ne fu praticamente diretto testimone,avendo passato del tempo nel ghetto di Varsavia.Ma,come dimostra questo suo lavoro,che si è aggiudicato la Palma d'Oro all'ultimo festival di Cannes,l'autore di "Rosemary's baby" aspettava di fare un'opera piu'personale sull'argomento."Il pianista" è un'opera sofferta,che colpisce allo stomaco nella prima meta',mettendo in scena l'assurda imposizione della violenza nazista,e la disumana ferocia della gentaglia con la croce uncinata.E porta il racconto su un piano surreale nella seconda meta'del film,con il protagonista sperso nella Varsavia semidistrutta,allucinato e avvilito,unica garanzia di sopravvivenza per se' medesimo.Girato benissimo,con un tono solo apparentemente distaccato,"The pianist" è una grande tragedia moderna,un ricordo lacerante ,un viaggio orripilante nella natura della crudelta'umana.A differenza dell'altro grande film citato,di Spielberg, non c'è un eroe che ha il potere di salvare qualcuno,non c'e'un punto di riferimento cui appigliarsi per sfuggire alla disperazione crescente:c'e'solo da tentare di sopravvivere ad ogni atto di sadismo e annichilimento dell'Umanita',e salvarsi.Per quanto possibile.
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