Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Grandissimo film. Guai a chi se lo perde. E' un doppio dramma: collettivo nella prima parte, individuale nella seconda. I momenti piu' agghiaccianti si trovano nella prima; la seconda parte e' invece una metafora della solitudine, della lotta per la sopravvivenza e dello stato bestiale a cui l'Uomo e' costretto a regredire nei momenti peggiori della sua Storia. Asciutto, antiretorico, gelido. Per Polanki, una scommessa vinta.
Stupenda e fondamentale.
Veramente bravo.
Dirige con rigore e sobrieta' (e senza poeticismo ricattatorio) la sequenza clou, quella in cui molti altri registi sarebbero caduti: il pianista che suona Chopin davanti al nazista, nella parte finale.
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