Regia di Ken Loach vedi scheda film
Liam (Compston) ha quasi 16 anni. Per assicurare a sua madre un'esistenza dignitosa e lontana dalla droga quando la donna sarà uscita dal carcere, non si perita di farsi assoldare da un boss malavitoso per spacciare droga. Determinato, intelligente, intraprendente e creativo, Liam trascina nella sua donchisciottesca avventura l'amico Flipper (Ruane), inviso al boss che per questo chiede a Liam di ucciderlo. Ma la mano armata di Liam colpirà un altro bersaglio: il convivente di sua madre, cioè la fine del suo sogno romantico.
Algido, iperrealista, efficace più di un'analisi socioantropologica, il cinema di Ken Loach continua a raccontare il disagio dei suburbi inglesi, specchio di una deriva sociale generalizzata e certamente non confinata al mondo britannico. L'antieroe di Sweet sixteen è l'emblema di un mondo zeppo di contraddizioni, nel quale è difficilissimo conservare la coerenza dei valori. Non ha quindi nulla di paradossale l'amicizia di Liam e Flipper, fondata su una comune strategia d'azione ad alto potenziale antisociale, né l'utopia coltivata dal protagonista, che vorrebbe redimere la madre mandando al Creatore i moltissimi acquirenti della droga che spaccia. Interpreti tutti di straordinaria bravura.
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