Regia di Ken Loach vedi scheda film
Coerentemente al suo interesse autoriale, Ken Loach racconta il disagio e l’isolamento sociale degli ultimi, dei ceti meno abbienti, di famiglie radicate in un contesto che non lascia scampo. In Sweet Sixteen il regista cala lo sguardo al livello di un adolescente, sfruttando la fragilità e, al contempo, la forza di un’età che non conosce compromessi, svelandone i sogni e soffocandoli con il grigiore di un realismo quasi nichilista, ma all’interno del quale l’autore lascia sempre una scelta ai suoi personaggi. Ed é proprio nel senso delle scelte che troviamo la quadra del lavoro di Loach: personaggi ben caratterizzati e ben calati in un paesaggio definito, attivo nel suo influenzare, o meglio deviare, le vite degli uomini e delle donne che ospita, ai quali comunque spetta sempre l’ultima parola, l’ultimo gesto.
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