Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Edipo in 35 millimetri. Siamo negli anni '60 quando alla stazione di Londra scende dal treno uno di quegli uomini che prediligono il soliloquio allo scambio con gli altri (Fiennes). L'uomo è stato per anni in manicomio. Si sta dirigendo verso la casa famiglia diretta da un'operatrice che ricorda tanto la Louis Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo. È qui che lo vediamo ripercorrere, attraverso una memoria travasata a valanga su un bloc notes fittissimo di appunti illeggibili, la vicenda che ne ha segnato la vita: l'omicidio della madre, risposta all'intolleranza verso le (normali) attenzioni paterne nei confronti della donna.
Acrobata in perfetto equilibrio nei labirinti della psicopatologia umana, Cronenberg opera una scelta stilistica drastica e rischiosissima, sdoppiando il racconto sul doppio binario della rievocazione del trauma da parte del protagonista e sul reale andamento della vicenda, svelato soltanto sul finale. Spider - il cui nome è dovuto alla sua abilità nel maneggiare spago e corde - proietta sul padre la colpa della scomparsa materna, immaginando l'uomo schiavo di un'insana passione verso una megera che rappresenta la dimensione carnale della madre. Cronenberg tratta la materia con uno stile algido, compassato, lavorando per sottrazione, riducendo al minimo i dialoghi, fermandosi con pochi movimenti di macchina a scrutare le contorsioni psichiche del protagonista, i suoi monologhi interiori espressi in forma di borbottio, concedendo pochissimo allo spettacolo e niente, davvero niente, al sentimentalismo. Prodigioso Fiennes.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta