Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Il film è, senza essere un capolavoro, ben fatto, con la consueta bravura di Cronenberg, regista che si è fatto le ossa con un cinema horror artigianale e intelliegente, e grazie anche ad un gruppo di interpreti in stato di grazia: Fiennes, che impersona il protagonista in una parte praticamente senza battute da pronunciare senza correre il rischio di giogioneggiare (come fece, ad esempio Dustin Hoffman in "Rain Man"), Byrne, bravissimo nel dipingere il padre ribaldo, e soprattutto Miranda Richardson, mai brava come in questo film, che dà vita ad addirittura tre personaggi, tutti recitati con uguale credibilità.
"Spider" ha sofferto di un battage praticamente nullo, a differenza di quanto era avvenuto per esempio nel 1996 con Crash, ma anche il messaggio non è di semplice individuazione. In ogni caso Cronenberg è riuscito mirabilmente a inscenare la schizofrenia del protagonista, ponendolo adulto nelle scene che visse da bambino e facendoci capire che il suo dramma si sta ancora consumando: Spider sta ancora tentando di costruire una tela per vendicarsi del padre assassino. (3 agosto 2004)
Il signor Cleg alias Spider, cioè ragno, è un pazzo alla Staccioli (che era conosciuto come Celentano a Cecina e dintorni): nato perfettamente normale, è impazzito in seguito ad un evento traumatico. Nel caso del nostro Spider, l'omicidio della madre da parte del padre, a causa di una prostituta con la quale la donna viene sostituita. All'inizio del film il signor Cleg esce dal manicomio (siamo a Londra in un periodo non ben identificato) e si reca presso la pensione per malati di mente gestita dalla signora Wilkinson, dove rivive il dramma che l'ha trasformato in un povero demente quasi privo dell'uso della parola.
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