Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Il problema è noto: quando si raccontano le vicende di un buon selvaggio c’è sempre il rischio di sbagliare registro e di cadere in tutti i trabocchetti possibili; ci si crede Capra, e invece si sfornano orrori tipo Forrest Gump, o al massimo cosette passabili come Trixie (sempre con la Watson, che almeno ha l’aria giusta per certi ruoli, a differenza di un inespressivo Sandler). Qui assistiamo alle (dis)avventure di un omino tristemente disfunzionale, inadeguato al mondo, con un branco di sorelle castratrici e una fiducia illimitata nelle raccolte a punti dei supermercati: non commuove, non diverte, non suscita nessuna simpatia, semmai un po’ di pena. La sua storia d’amore con Emily Watson (che non sarà una Venere, ma l’occhio vispo ce l’ha) è totalmente inverosimile. Se il film voleva essere una favoletta consolatoria per sfigati, il fallimento è totale, se invece voleva essere altro, pure.
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