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Aldebaran

Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film

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La recensione su Aldebaran

di mm40
3 stelle

Un ufficiale di Marina, geloso della moglie, vive male la sua professione che lo tiene lontano da casa per lunghi periodi; stanchi dei continui permessi richiesti dall’uomo, i suoi superiori gli offrono la possibilità di riscattarsi agli occhi della Marina partecipando a una difficile missione.

Non solo non è fra i film più noti di Alessandro Blasetti, ma Aldebaran è anche un’opera da lui stesso rinnegata, sostenendo in pratica di averla realizzata semplicemente per poter lavorare. In realtà non si tratta di nulla di particolarmente indecente, bensì di una onesta pellicola a cavallo fra sentimentale e guerra che, se un pregio le si vuol trovare, aiuta a comprendere al meglio l’indirizzo che il regime fascista stava all’epoca imponendo al cinema italiano, e che allo stesso modo fornisce un inequivocabile indizio sulla successiva adesione da parte di Blasetti al cosiddetto cinema di propaganda. Nella sceneggiatura che il regista scrive insieme a Giuseppe Zucca, a sua volta autore del soggetto con Corrado D’Errico, eroismo, coraggio e senso dell’onore abbondano; l’unica cosa capace di far traballare l’ardimentoso carattere del protagonista è proprio l’amore, naturalmente per la sua donna, mettendolo e mettendoci di fronte a una complicata questione: servire la patria o servire la famiglia? Ovvio: la sola risposta sensata è servirle entrambe e in questa direzione la vicenda si spinge, con un inevitabile lieto fine. Gino Cervi, Evi Maltagliati, Egisto Olivieri, Gianfranco Giachetti, Doris Duranti e Franco Coop sono gli interpreti principali, con una comparsata dello stesso Blasetti (occasione più unica che rara) e una particina anche per Elisa Sandri, così accreditata per la prima e ultima volta sui titoli di testa, ovverosia Elisa Cegani. Non una brutta pellicola, confezionata a dovere, ma evidentemente incollata in maniera definitiva alla sua epoca. 3,5/10.

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