Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film
Il solito triangolo borghese: la moglie di un piccolo impresario edile ha per amante un ex capitano di marina. Ciò che disturba nella protagonista non è tanto il suo rifiuto (o meglio la sua incapacità) di scegliere: è la sua assenza di conflitti interiori. Una donna di mezza età che si comporta come un’adolescente irresponsabile, assolutizzando le proprie pulsioni e fregandosene delle sofferenze inflitte agli altri, è un personaggio totalmente privo di interesse: stupisce che un regista serio come Guédiguian non se ne renda conto. D’altra parte gli uomini non sono molto migliori di lei, abbarbicati l’uno al suo egoismo e l’altro al suo quieto vivere; l’unica che suscita simpatia è la figlia, con la sua giovanile intransigenza. Quando si ha l’audacia di sparare l’inizio della Commedia dantesca subito dopo i titoli di testa (perché, poi?), bisognerebbe cercare di produrre qualcosa che almeno tenti lontanamente di esserne all’altezza: mentre invece, diciamolo, questo sembra il remake non dichiarato di L’anello matrimoniale con Carmen Villani.
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