In un istituto per il recupero dei ragazzini usciti dal riformatorio, l'educatore Olivier accoglie con inquietudine il sedicenne Francis, assegnato alla falegnameria. L'uomo lo spia, stringe con lui un rapporto di vicinanza, poi ne parla all'ex moglie e tutto diventa drammaticamente chiaro...
Note
La grandezza del film sta nel non ostentare mai le intenzioni di Olivier, nel (ri)costruire le conseguenze di una tragedia e le aspettative di una vendetta, fra silenzi e sofferenza implosa. Con una regia che interpreta ma allo stesso tempo rimane pudica (macchina da presa a mano, ma meno radicale che in _Rosetta_), i Dardenne mettono in scena un racconto morale in cui si confrontano argomenti di spessore assoluto. Il Male, la redenzione, la colpa, l'impossibilità di elaborare un lutto e persino una sorta di trascendenza schraderiana (e quindi bressoniana), nonostante lo sguardo sulla storia di Olivier e Francis, nel suo rigore, sia laica. Ma torniamo al "padre": l'eccezionalità della pellicola risiede nel suo punto di partenza, che per stessa ammissione dei Dardenne non è un soggetto narrativamente compiuto e neppure un personaggio. È l'attore stesso che lo interpreta, Olivier Gourmet (che i fratelli-registi belgi avevano già utilizzato sia in _La promesse_ che in _Rosetta_): "La sua mole, la sua nuca, il suo volto, i suoi occhi persi dietro gli occhiali". Il cinema si riappropria così dei corpi, e attraverso un procedimento di sottrazione scava nei comportamenti fino a denudare l'anima.
Diciamo che capisco la suspance e le riprese a mano ravvicinate che comunque stufano, a parte l'illuzione sulle aspettative del finale, i ritmi sono lenti e quasi maniacali. In effetti la storia c'è, ma... è un film difficile da valutare. Ma sono più per la noia. 5
Film dal REALISMO inutile … La regia fa venire il mal di mare. Commenti nel contenuto e anche nella qualità scarsi. Un film sensa senso, pur avendo una trama che nelle premesse potrebbe essere stata esplosiva, se ben utilizzata. DA EVITARE
Film duro questo dei fratelli Dardenne , con la macchina a mano che cerca e pedina la testa ed i volti dei protagonisti, come un inquisitore senza sosta. Difficile da digerire, a volte, e sconsigliato a chi non ha voluto vedere il film di Moretti.
Lo rigorosa e notevole scelta estetica di regia non compensa la povertà drammaturgica della storia che rimane sempre sullo sfondo, schiacciata dalla gigante prova di Gourmet come attore.
VOTO 10/10 Uno dei film più estremi dei fratelli Dardenne nell'assunto stilistico, ma resta senz'altro uno dei più belli, probabilmente il loro vero capolavoro insieme al successivo "L'enfant". La trama riguarda Olivier, un insegnante di carpenteria in un centro di riabilitazione, un uomo di mezza età dall'aspetto ordinario e dall'espressione assai pensierosa, separato dalla moglie dopo… leggi tutto
Ecco un film in cui non accade ...niente... o quasi, tante emozioni che stanno per uscire ma che vengono soppresse. Tutto è contenuto un pò di rabbia un pò di solitudine, tante piccole particelle di tante emozioni e di tante situazioni proposte in versione ridotta.E uno rimane lì a guardare un film troppo ridotto all'osso! leggi tutto
Insopportabile esercizio di calvinismo cinematografico, dove il rigore diventa penitenza, la povertà flagellazione. Il fatto che il pubblico sia escluso da questa esibizione dell'evidente senso di colpa che i Dardenne provano per il fatto di fare cinema invece di occuparsi di cose più serie, non deve sorprendere. Il percorso dei due fratelli purtroppo conduceva proprio qui, anche se la… leggi tutto
Il figlio Belgio-Francia 2002 la trama: Olivier è un falegname che insegna in un una scuola che avvia alla professione giovani da reinserire nella società,ha un grande dolore ha perso un figlio ucciso per futili motivi, un giorno arriva nella scuola Francis un ragazzino di undici anni, l’assassino di suo figlio inserito in un percorso di recupero. La recensione: Classico…
A.utomunito e A.mante delle Belle A.rti cercansi (A.stenersi perditempo: arricciatori di code di maiale, raddrizzatori di banane e vice-presidenti del… segue
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Mancanti:
- Day & Night (2010)
- La commune (Paris, 1871) (2000)
- A Close Shave (1995)
- Marketa Lazarová (1967)
- Kiga Kaikyô (1965)
[lavori in corso]
«Al tempio c'è una poesia intitolata "la mancanza", incisa nella pietra. Ci sono 3 parole, ma il poeta le ha cancellate. Non si può leggere la mancanza, solo avvertirla»
Da "Memorie di una…
Ho deciso di stilare una versione aggiornata della mia playlist più consultata sul sito, quella che contiene la lista di tutti i film a cui ho dato le mitiche 5 stellette, dunque i capolavori assoluti del cinema…
In un laboratorio di falegnameria un uomo di mezza età insegna il mestiere a quattro giovani apprendisti usciti dal riformatorio, si fa pregare prima di accettarne un quinto, ne spia le mosse di nascosto. Dopo mezz’ora comincia un altro film, o meglio guardiamo lo stesso film con gli occhi del protagonista: quello è il ragazzo che cinque anni prima gli ha ucciso il figlio durante una rapina…
L'arte, la vita. Forse sono espressioni troppo vaghe, sfuggono via e difficilmente si fanno riacchiappare. Scappano l'una dall'altra, turbolente e menzognere, si lasciano una scia dietro. Cosa vuol dire che l'Arte sia…
Sorge spontanea, improvvisa o forse inconsciamente frutto di tante esperienze cinematografiche la domanda se, nell'opera d'arte in generale e non solo al cinema, la catarsi si trovi sempre alla fine. E poi, consiste in…
Cosa rimane della realtà, se i suoi eventi sono delle casuali successioni di presenze e assenze, ripetitive freddezze e legnose situazioni, e gli uomini che abitano questa realtà sono immersi in essa senza alcuno scopo e, ancora di più, senza alcun tipo di retrospettive, di interiorità, di creatività? E' questa la mancata conclusione che analisi superficiali sull'iperrealismo dardenniano…
Relazione primaria, assoluta: parlare del rapporto, nel cinema come ovunque, tra il padre e il figlio maschio (o i figli se più di uno) significa aprire un elenco sterminato. Abbiamo atteso a lungo prima di affrontare…
VOTO 10/10 Uno dei film più estremi dei fratelli Dardenne nell'assunto stilistico, ma resta senz'altro uno dei più belli, probabilmente il loro vero capolavoro insieme al successivo "L'enfant". La trama riguarda Olivier, un insegnante di carpenteria in un centro di riabilitazione, un uomo di mezza età dall'aspetto ordinario e dall'espressione assai pensierosa, separato dalla moglie dopo…
Finalmente chiudo il cerchio sul Cinema dei grandissimi fratelli belgi. Una filmografìa straordinaria, che non manca il colpo nemmeno in questo intensissimo film. Solito, azzeccatissimo, neo realismo, grondante emozioni, trattenute e pronte a esplodere. Il Cinema dei Dardenne misura il livello della nostra umanità. E' necessario, silenzioso, lento, deflagrante.
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Commenti (11) vedi tutti
Diciamo che capisco la suspance e le riprese a mano ravvicinate che comunque stufano, a parte l'illuzione sulle aspettative del finale, i ritmi sono lenti e quasi maniacali. In effetti la storia c'è, ma... è un film difficile da valutare. Ma sono più per la noia. 5
commento di BradyUn figlio classico film intimista dei Dardenne mdp a mano spettacolare.
leggi la recensione completa di claudio1959Voto 6. [20.10.2013]
commento di PPFilm dal REALISMO inutile … La regia fa venire il mal di mare. Commenti nel contenuto e anche nella qualità scarsi. Un film sensa senso, pur avendo una trama che nelle premesse potrebbe essere stata esplosiva, se ben utilizzata. DA EVITARE
commento di GARIBALDI1975che stronzata da brivido
commento di danandre67Voto 6 Inefficace
commento di luca8268,5
commento di incallitostupendo 2002
commento di gisiusulisiasaPer l'amor del cielo,eliminate il commento che precede il mio,per rendere giustizia a questo gran capolavoro.
commento di WongFilm duro questo dei fratelli Dardenne , con la macchina a mano che cerca e pedina la testa ed i volti dei protagonisti, come un inquisitore senza sosta. Difficile da digerire, a volte, e sconsigliato a chi non ha voluto vedere il film di Moretti.
commento di rosebudLo rigorosa e notevole scelta estetica di regia non compensa la povertà drammaturgica della storia che rimane sempre sullo sfondo, schiacciata dalla gigante prova di Gourmet come attore.
commento di wakeup-neo