Regia di Johanna Moder vedi scheda film
In principio era il sospetto, quello di Julia, conduttrice di orchestra che ha appena partorito, dopo un travaglio difficilissimo: il figlio che le hanno consegnato è il suo? C’è stato uno scambio in culla? O c’è un complotto ancora più oscuro dietro i sorrisi e i proverbi mefistofelici del diabolico ginecologo dottor Vilfort? Le domande usurano Julia, e noi con lei, mentre il thriller dell’austriaca Johanna Moder prosegue canonico come un tetro deragliamento, di Julia dal suo quotidiano, del marito di Julia dalla sua fiducia in lei, di Julia ancora da un mondo che a livello più che istituzionale, quasi esistenziale, sembra volerla ingannare. O, come da manuale, semplicemente non crederle.
Come si snocciola il mistero sarà gioia o tedio dello spettatore scoprirlo, qui ci si limita a valutare una tensione vacillante e una sequela di scelte di scrittura che non aiutano a sospendere l’incredulità, fino al rischio di uno straniamento che smette di essere quello di Julia dalla sua maternità, ma diventa quello dello spettatore da Julia, personaggio incomprensibile e insopportabile anche quando ha tutte le ragioni di sospettare il Male assoluto, anche quando quasi sicuramente le diamo anche ragione, e anche quando capiamo che se lo subisce riusciremo a dormirci comunque la notte. Lo trovate in qualche piattaforma streaming alle voci “complottismo”+”maternità”.
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