Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
È seduto su una panchina, nella piazzetta di fronte alla stazione ferroviaria. Non dà fastidio a nessuno. Si appisola. Tre balordi lo colpiscono ripetutamente con ferocia. È lui l'uomo senza passato, uno dei tanti reietti che popolano il cinema di Kaurismaki, cittadino apolide di una Helsinki degradata nella quale l'esercizio della pietà è esclusivo appannaggio dell'Esercito della Salvezza. Facendo leva su una resilienza encomiabile, l'uomo senza passato trova una baracca che rimette a posto, trova un lavoro e anche l'amore. E quando, in sottofinale, ritrova anche un pezzo importante del suo passato, decide di non fermarsi e di non guardarsi indietro.
Con il consueto stile algido che rasenta il grottesco, Kaurismaki racconta l'ennesima variazione sul tema di un mondo cinico e sentimentalmente analfabeta, con dialoghi rarefatti ("Mi aiuti a fare le valigie" "Ma se non hai nulla!" "Appunto") e senza alcun orpello narrativo. L'antitesi del cinema hollywoodiano.
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