Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
uno dei piu' bei film della scorsa stagione. Kaurismaki, il primo grande maestro finnico(!), affina il suo stile per raccontare la tenera, buffa e malinconica vicenda di un "uomo senza passato". Il film potrebbe essere letto come la proiezione, surreale e stralunata, del desiderio intimo di un uomo frustrato (dal lavoro e dalla moglie) di ripartire da zero, solidarizzando con gente della sua classe sociale, o, meglio, del suo temperamento morale (umile, ma dignitoso: come in Chaplin). E proprio Chaplin, assieme a Bresson (influentissimo sul cinema d'autore contemporaneo) e in parte Dreyer, influenza profondamente lo stile di questo regista, che come pochi altri sa far convivere gli opposti: dramma sociale e bellezza figurativa; melanconia e umorismo caustico; affetto e durezza; critica al capitalismo moderno (banche e speculatori vari) e riflessione sulla condizione umana. Attori perfetti; musiche straordinarie, per come vengono utilizzate. E un fascino figurativo che non scade mai nell'estetismo fine a se stesso. Quello che Loach fa in prosa, Kaurismaki lo fa in poesia. Scusate se e' poco...
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