Regia di Im Kwon-taek vedi scheda film
La vita, gli amori, i successi, l’irrequietezza, ma soprattutto l’arte, del più famoso pittore coreano, Jang Seung Up.
La cosa scandalosa, è che Im Kwon-taek, ha già diretto ben novantacinque film, ma in occidente lo si crede esordiente questo “grande vecchio” del cinema coreano, classe 1936; uno tra i più prolifici cineasti di tutti i tempi, sforna solamente nel 2002 il suo capolavoro, (versione occidentale), in pratica si cancellano quarant’anni di cinema, e allora scusate, ma mi viene voglia di dar ragione a Peter Greenaway, quando dice che il cinema è morto ormai da tempo.
Palma d’Oro per la miglior regia al 55° Festival di Cannes, per uno dei film meglio diretti di tutti i tempi; stilisticamente, ideologicamente, poeticamente e artisticamente perfetto, a tratti esageratamente intellettualoide e filosofeggiante, ma “Ebbro di donne e di pittura” ha in ciò le sue genuine e interessanti, all’occhio occidentale, fondamenta; opera che descrive “culturalmente”, il rapporto congenito “Genio e sregolatezza”.
Film del suicidio per la perfezione artistica, e dell’immediata resurrezione del cinema. Per pochi.
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