Il film racconta romanzandola la vita del grande pittore Jang Seung-up nato nel 1843 e scomparso senza lasciare tracce nel 1897.
Note
Im Kwon-taek ci racconta di un paese e una cultura che a poco a poco si vedono cancellare la loro specificità: Cina e Giappone, entrambi "infiltrati", ne minacciano l'identità. Jang, da principio maestro nel copiare i dipinti cinesi, sente di doversi rendere autonomo. Ma è difficilissimo, perché la creazione è un processo che non può disgiungersi dalla Storia: quando questa è sbriciolata in ansie e incertezze, l'Arte non può che subirne le conseguenze. Un film rigoroso e coinvolgente.
Stupendo film che ci parla della storia di un grande pittore e del suo Paese, la Corea. Ottime ambientazioni e fotografia, commovente la storia. Voto 7,5
Questo film ha vinto il Premio alla Regia al Festival di Cannes 2002: tuttavia non ha avuto successo al botteghino e non è reperibile se non in videocassetta. Mentre opere occidentali hanno una diffusione spropositata (e inconcepibile), accostarsi alla cultura coreana pare poco allettante. Il regista Im Kwon-taek, nato nel 1936, è autore di una quantità enorme di film… leggi tutto
voto 6. Non so nulla di storia orientale ma il rigore stilistico fa indubbiamente pensare ad una ricostruzione storica e di costume molto accurata. Nonostante la notevole compressione dei tempi narrativi, il film mi è sembrato piuttosto noioso e a tratti un po' didascalico. Troppi i temi abbozzati e non risolti - su tutti il rapporto tra l'arte e il potere - sicché il film rimane sincopato,… leggi tutto
Estetizzante, didascalico, ampolloso, addomesticato e di nuovo estetizzante. Im Kwon-taek tratteggia la figura del genio sregolato Jang Seung Up sguazzando in un maledettismo consunto e di maniera. Non ci vengono risparmiate sensazionali lezioni di teoria e critica d'arte a introduzione, commento ed esegesi delle opere sciorinate nel corso della pellicola. Di tanto in tanto guizzano ancestrali… leggi tutto
Un'accipitridica elica in picchiata: una caduta libera nel depositarsi del tempo.
Quasi tutto è dimenticato, svanito. Avvicinarsi è impossibile. E il poco che resta potrebbe portare fuori strada.…
A volte ritornano, pare. Dopo la pubblicazione dell'originaria lista dei "20 (E PASSA) BEI FILM MISCONOSCIUTI" (ormai tipo più di 80!), m'è balenata alla mente l'idea, ammetto derivativa, di…
"Ogni vita umana è un labirinto. Se si trova l'ingresso, ci si può aggirare dentro all'infinito."
Mettersi in viaggio: per uno scopo, una ragione, un motivo. Peccato mortale è non…
Sono plurime le motivazioni per il grande entusiasmo di fronte alla proposizione "tratto da una storia vera". Sentendo queste quattro parole serpeggiare all'interno del pubblico cinematografico, si può arrivare…
ci sei riuscito
Che non sia un Eterno Saluto, ma un Arrivederci, spero.
L'uomo che cammina sui pezzi di vetro dicono ha due anime e un sesso di ramo duro il cuore e una luna e…
Questo film ha vinto il Premio alla Regia al Festival di Cannes 2002: tuttavia non ha avuto successo al botteghino e non è reperibile se non in videocassetta. Mentre opere occidentali hanno una diffusione spropositata (e inconcepibile), accostarsi alla cultura coreana pare poco allettante. Il regista Im Kwon-taek, nato nel 1936, è autore di una quantità enorme di film…
Amo la settima arte, ma adoro anche la pittura, primissima forma originaria di espressione umana che richiama alle immagini dai tempi delle incisioni rupestri. Connubio a volte difficile perché si parla di…
Ciò che di primo acchito colpisce in questo lavoro è l'impressione che il talento naturale immenso di cui l'artista è dotato va di pari passo ad un carattere ribelle e strafottente, che al pari di un suo quasi coetaneo europeo, tale Ludovico Van, attivo in altro ramo artistico, conferma che genio e sregolatezza ben si sposano nel donare al mondo capolavori immortali. Nulla…
Iniziamo subito dal voto:sufficiente; perchè comunque la storia scorre liscia e le riprese sono pulite.
Veniamo adesso alle postille.
1. Nei film giapoocinesicoreani non riesco a focalizzare i personaggi e riesco a confonderli anche alla fine della pellicola.
2. In questo film il protagonista è talmente odioso che fa rabbia continuare a vedere il film fino alla fine.
3. La colpa è mia che…
voto 6. Non so nulla di storia orientale ma il rigore stilistico fa indubbiamente pensare ad una ricostruzione storica e di costume molto accurata. Nonostante la notevole compressione dei tempi narrativi, il film mi è sembrato piuttosto noioso e a tratti un po' didascalico. Troppi i temi abbozzati e non risolti - su tutti il rapporto tra l'arte e il potere - sicché il film rimane sincopato,…
"Senza vino e senza donne non riesco nemmeno a tenere il pennello in mano". Con questa frase, pronunciata dal protagonista, si può sintetizzare tutto il senso del film. Un film, va detto subito, molto interessante e ben fatto. Per citare il critico Mollica, direi "un bel film". La storia è quella del pittore Jang Seung Up, soprannominato Ohwon, e della sua breve vita: nato, nel 1843, scomparve…
Il titolo è un po' fuorviante, non sono le donne così importanti, la protagonista è la pittura. La storia intriga abbastanza, il personaggio anche, gli attori sono bravi, ma c'è sempre una sensazione di incompiuto. Le vicende coreane non ci sono familiari e nel film, anche se importanti, sono solo abbozzate; pure si prova simpatia per il pittore e per il suo genio, che però noi europei…
Film a tesi storica e politica, con in più una biografia del pittore nazionale.Diciamo che non c'è didascalia, ma è troppo scoperta la tematica, cioè si amalgama male.I luoghi comuni del cinema orientale vengono fuori, limitando anche gli attori; con questo non riduco ad una critica negativa, ma semmai ad una valutazione che il cinema orientale, alle volte non porta sempre al capolavoro…
La vita, gli amori, i successi, l’irrequietezza, ma soprattutto l’arte, del più famoso pittore coreano, Jang Seung Up.
La cosa scandalosa, è che Im Kwon-taek, ha già diretto ben novantacinque film, ma in occidente lo si crede esordiente questo “grande vecchio” del cinema coreano, classe 1936; uno tra i più prolifici cineasti di tutti i tempi, sforna solamente nel 2002 il suo…
regia pittorica e diligente per un'opera di grande fascino figurativo e ricchezza di contenuti: da un lato, il notevole affresco storico (una Corea del tardo Ottocento, che a ben vedere non e' poi cosi' distante dai dilemmi politici e artistici dell'Occidente contemporaneo: conservatori/riformisti; cultura/denaro; Arte per se stessi/Arte su commissione; Arte come consolazione/Arte come manifesto…
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Commenti (3) vedi tutti
VOTO : 6,5 Film artistico fin nel profondo delle viscere. Pensavo fosse noioso ed invece la visione risulta piacevole.
commento di supadanyStupendo film che ci parla della storia di un grande pittore e del suo Paese, la Corea. Ottime ambientazioni e fotografia, commovente la storia. Voto 7,5
commento di jeffwineL'essenziale sono i dipinti che permettono al regista di materializzare l'emozione.
commento di IVANSELVA