Regia di Michael Moore vedi scheda film
La sola scelta di parlare di ciò che tutti in America hanno sotto gli occhi e sembra non vogliano guardare è già di per sè un buon motivo per vedere (o rivedere) questo film, attuale come non mai. Lo stile di Moore è una garanzia di riuscire a non rendere noioso e documentaristico anche il più ostico dei temi, ed anche qui l'obiettivo è pienamente raggiunto grazie anche alla "complicità" degli americani stessi, troppo presi dalle loro paranoie per non accorgersi che il resto del mondo civilizzato ha tassi di omicidi nettamente inferiori (e basta attraversare un fiume per rendersene conto nel vicino Canada). Una fredda, lucida e impietosa fotografia di un mondo autoreferenziale, dove si preferisce mettere la testa sotto la sabbia piuttosto che scontentare le tante lobby il cui unico interesse è proliferare a dismisura. Meritatissimo premio a Cannes nel 2002, che aprì il mondo di Moore e dei suoi pochi, centellinati contributi cinematografici, anche al grande pubblico.
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