Regia di Michael Moore vedi scheda film
Bowling a Columbine è uno dei migliori documentari realizzati, su un tema purtroppo ancora molto attuale, analizzato con il solito stile provocatorio, divertente, sempre chiaro, mai complesso e mai noioso di Michael Moore. Riesce a intrattenere lo spettatore molto bene, facendolo anche riflettere. Un film necessario. Disponibile su Netflix.
Bowling a Columbine (2002): locandina
Bowling a Columbine è un film documentario statunitense del 2002 diretto da Michael Moore.
Moore in questo irriverente documentario analizza il tema delle armi, del controllo delle armi in America , facendo riferimento al massacro avvenuto nella Columbine High School, dove due ragazzi armati di fucili semiautomatici e da caccia hanno ucciso 12 studenti e un insegnante e ferito diversi altri studenti per poi togliersi la vita.
E Moore si chiede: perché proprio in America avvengono tutte queste stragi, come quella avvenuta nel liceo di Columbine? Perché proprio in America muoiono più di diecimila persone (precisamente 11. 127) per arma da fuoco ogni anno?
Sarà per la musica metal, sarà a causa di Marilyn Manson? Be', in Germania c'è una cultura Goth decisamente più sviluppata e Marilyn Manson è decisamente più celebre e ascoltato, e in Germania avvengono 381 di questi incidenti ogni anno. Quindi la musica non c'entra.
Sarà per i videogiochi violenti? Be', molti videogiochi violenti vengono dal Giappone e quanti di questi incidenti avvengono ogni anno lí? 65. Quindi i videogiochi non c'entrano
Sarà per i film violenti? Ancora, non è questo il motivo. In Francia (255 omicidi per arma da fuoco all'anno) ci sono i film violenti, escono i film violenti, hanno gli stessi identici film violenti quindi, non è ancora questo il motivo.
Sarà per la storia violenta che l'America ha alle spalle, come dice Charlton Heston? Be', la Germania, l'Inghilterra, la Francia, sono tutti paesi che hanno avuto anche questi, una storia violenta e sanguinaria alle spalle quindi non è ancora questo il motivo.
Sarà per il fatto che nella scuola gli insegnanti non cercano di motivare i ragazzi come dice Matt Stone? Ciò influisce, certamente influisce il fatto che dei ragazzi come Harris e Klebold probabilmente sentivano di non avere uno scopo nella vita a causa dei loro fallimenti scolastici, se ti senti di dire che se fallisci un test, allora fallirai anche nella vita, può essere un duro colpo per te, se fallisci quel test. Normalmente non dovrebbe portare a compiere una strage del genere, però certo non è salutare quello che dicono gli insegnanti ai loro studenti, ed è una cosa sbagliata. Ma non è questo il motivo principale.
Sarà per il fatto che le armi si possono comprare con grande facilità in America? Certamente influisce ciò, certamente influisce che uno possa comprare delle armi e dei proiettili persino al Walmart, certamente influisce che un uomo possa ottenere un fucile gratuito aprendo un conto in una banca (come ci mostra all'inizio del film Moore). Certamente influisce il fatto che un uomo possa comprarsi con una grandissima facilitá un arma, ovviamente che compra per difendere la propria famiglia. Perché questo dicono "lo faccio per difendere me e la mia famiglia", Moore ci mostra ad esempio una madre che dice che compra armi per difendere la propria figlioletta. Perché ovviamente un fucile semi-automatico serve a quello, a difendere la propria famiglia. Tutte stronzate. Forse è il caso che si comprenda, dopo la strage di Orlando e dopo tutte le numerose altre stragi avvenute in America ( più di diecimila omicidi per arma da fuoco avvenuti all'anno), che magari un' arma da fuoco come un fucile semi- automatico non può essere venduta con una simile facilità, un' arma che possa uccidere cosi tante persone cosi velocemente non dovrebbe essere venduta proprio anzi. Queste sono armi per la guerra e nessuno dovrebbe avere in casa simili armi. Nessuno.
Ma Moore, si chiede: è "solo" questo il motivo per cui ci sono tutte queste stragi? Certamente influisce, ma il Canada è da sempre un popolo di cacciatori, ed è inoltre un paese che possiamo notare simile all'America per quanto riguarda la situazione delle armi. E quanti di questi omicidi per armi da fuoco avvengono all'anno in Canada? 165. Ma allora c'è qualcosa che non torna, come è possibile tutto ciò? Moore allora ci parla del culto della paura sviluppato negli Stati Uniti d'America. Ci fa notare come in Canada, non c'è una paura cosi sviluppata verso il proprio vicino, verso il diverso. Moore apre le porte delle case e possiamo notare due cose: 1) raramente sono chiuse a chiave, perché pochi, anche quelli che sono stati già vittime di furti, hanno paura. 2) nessuno gli spara. In America quanti avrebbero sparato a vista appena l'avrebbero visto entrare in casa loro?
Quindi, nota come in America, attraverso i media, attraverso i giornali, il popolo venga bombardato di notizie su omicidi, stragi, furti, rapine, crimini avvenuti da afroamericani, da messicani (cosi che si sviluppi anche una paura del diverso), stragi terroristiche, cosi che si sviluppi un culto della paura. Vengano bombardati di trasmissioni, di show, di pubblicità che contribuiscono a sviluppare un costante senso di paura e insicurezza che gli portano a essere spaventati, insicuri, e a cercare di avere questa sicurezza nelle armi. E il breve cartone "A Brief History of the United States of America" ci parla della paura degli Americani e delle stragi e delle violenze a cui ha portato questa paura. Moore ci dice, dati alla mano, che, come i casi di cronaca nera nel corso degli anni sono diminuiti, i servizi su questi casi, in America, sono aumentati.
Bowling a Columbine è uno dei migliori documentari mai realizzati, su un tema purtroppo ancora molto attuale, analizzato con il solito stile provocatorio, divertente (incredibile che riesca ad essere anche divertente trattando un tema del genere), coraggioso, sempre chiaro, mai complesso (in modo che tutti possano comprendere) e mai noioso, di Michael Moore. Riesce a intrattenere lo spettatore alla grande, ma allo stesso Moore riesce anche a farlo pensare, a farlo riflettere. Ed è un aspetto che apprezzo davvero tanto di Moore e di questo film, è chiaro, è divertente, riesce a intrattenere e a far riflettere, è un film che tutti possono vedere,persino i ragazzi nelle scuole lo potrebbero guardare (chiaramente è un opera forte, quindi dipende dall'età degli studenti). Bowling a Columbine è un film che fa sempre bene guardare o riguardare, soprattutto in questi tempi, è un film che quindi tutti dovrebbero vedere, è un film, che una volta finito, ci farà provare un forte senso di malinconia e disgusto, è un pugno allo stomaco, ma necessario.
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Su Michael Moore si puo scrivere tutto e il contrario di tutto, personaggio eccessivo, decisamente fazioso in alcuni suoi documentari o libri, ma anche tremendamente efficace e istruttivo nelle sue opere migliori.
Bowling a Columbine lo vidi anni fa ma leggendo il tuo commento mi sono reso conto che lo ricordo quasi in ogni parte, è un documentario che al tempo mi colpì molto perche ci mostra con semplicità e in modo diretto un aspetto della società americana che si fatica a comprendere.
Tra l'altro il tema è ancora di stretta attualità e credo che lo rimarrà a lungo perche al di là del discorso della paura alimentata dai media (che è condivisibile) il vero problema sono le lobby dell'industria delle armi, e con quelle difficilmente si vince, lo abbiamo visto con i vani tentativi di Obama
La cosa che mi colpi di piu in questo documentario fu il finale, quel confronto impari tra il colosso Moore e quel che rimaneva di un Charlton Heston ormai invecchiato e debole, quella scena da cinefilo mi fece quasi male, vedere Heston messo alle strette e senza argomenti, alla fine in silenzio schiacciato dalle domande di Moore.
Probabilmente il miglior lavoro di Moore, anche se gli ultimi non li ho visti, semplice e diretto ma con la profondità di uno studio antropologico.
Bella rece e bel documentario...bravo Django :)
Grazie :-)
Si la semplicitá di Moore è un suo dono che ho sempre apprezzato, anche in Capitalism: a Love Story (altro bel film disponibile sempre su Netflix) riesce a trattare un tema complesso ma in modo sempre chiaro, semplice e riesce sopratutto a tenere sempre alta l'attenzione dello spettatore a non farlo annoiare, pur trattando temi del genere. per questo i suoi film incassano quasi sempre molto bene suppongo (ricordiamoci poi che sono documentari).
La scena con Heston è fantastica, vedere quell' icona distrutta cosí mi ha colpito. Per ora lo reputo anche io il suo miglior film (anche se devo dire mi manca qualcosa). Ciao :-)
Ciao, scusate, non ho visto il film - riparerò - ma considerato che si presenta come un documentario mi chiedo se "ridicolizzare" l'opinione, pur discutibile come lo sono di principio tutte le opinioni, di qualcuno degli intervistati sia uno strumento adatto al genere "documentario", che dovrebbe puntare se non all'oggettivita' almeno all'equilibrio e ad un minimo sindacale di pluralismo e rispetto di voci diverse, oppure se è una mossa più adatta al genere "pamphlet" oppure al genere "film a tesi", due generi interessanti ma di natura completamente diversa.
E la critica principale che si muove da sempre a Moore. Effettivamente non è un documentario, almeno nel senso tradizionale del termine. Poi ognuno si fa la sua opinione...
Ah, ecco... ok, a questo punto lo devo proprio vedere. Grazie, ciao
In veritá Moore non ridicolizza Heston perchè l'attore ha un' opinione differente più che altro come giá detto da steno e munny è lui stesso che si rende ridicolo, non riuscendo a rispondere alle domande di Moore e col suo atteggiamento in generale (nel documentario si vede bene questo).
Ciao Django, grazie anche a te per la precisazione. Credo che il modo in cui emergono le diverse voci, giuste o sbagliate, sia molto importante per la qualità di un documentario, è per questo che mi era sorto il dubbio di una sorta di eccesso di zelo anche sapendo quanto MM sia battagliero... bene che non sia così, un saluto
Riguardo al termine "ridicolizzare" che ho usato... premetto che ho visto il film una sola volta parecchi anni fa e non lo ricordo benissimo... ma ricordo quello che ha scritto anche Munny sul confronto tra i due e sul fatto che Heston viene messo alle strette e lasciato senza argomenti sul tema del libero commercio delle armi... Heston ci rimedia una brutta figura e in questo senso dicevo che Moore lo ridicolizza... lo pone di fronte a una tragedia che causo' la morte di una bambina e l'attore rifiuta di porgere le scuse che Moore vorrebbe e se ne va... ma qui anche se si tratta di un film a tesi secondo me Moore si è mantenuto in un tipo di denuncia del tutto legittima, mentre ho trovato più discutibili i metodi di Fahrenheit come ci ricorda anche il commento di Film tv. Saluti a tutti
Grazie per la risposta, da quello che ho letto anche nel commento di @munny il termine che hai usato è corretto per quella scena, infatti mi sono chiesta se è un metodo usato in generale dai documentaristi oppure se è un metodo "alla Michael Moore". Ciao.
Michael Moore non è sicuramente uno che fa documentari nel senso più stretto del termine. Non si limita cioè a documentare l'argomento x con vari pro e contro ma va dritto come un fuso a quello che è il suo obiettivo dichiarato. Credo chei i suoi lavori vengono catalogati come 'documentari' perché, non essendo fiction, verrebbe difficile trovargli un'altra 'casella'. Ma -e questo è importante- realizza tutto ciò alla luce del giorno senza mai cercare comodi nascondigli.
Nella scena con Charlton Heston, "ridicolizzato" come ha scritto Steno, Moore si limita in fondo a porgli domande -molto scomode, questo sì- ma è lo stesso Heston a rendersi ridicolo alzandosi e andando via, perché se è davvero così convinto delle proprie tesi quello era il momento perfetto per argomentarle.
Sì, l'importante è che il confronto avvenga tra persone di pari forza e prontezza, se no il risultato è annunciato. Ciao.
@cantagallo - Elena se ben ricordo :) - io ti consiglio di vederlo e farti un'idea tua, l'argomento al di la dell'esposizione forse eccessiva (ma comunque corretta) di Moore è molto attuale e il documentario (o come lo vogliamo chiamare) è ben fatto e di sicuro colpisce nel segno.
In linea generale concordo con la tua precisazione, se fai un documentario ci deve essere un contraddittorio paritario tra le due parti, ma in questo caso il referente principale di Moore sono le lobby delle armi e dubito fortemente che qualcuno di questi signori si sia reso disponibile, tanto è vero che se non ricordo male Moore usa delle immagini di repertorio prese da convention e incontri vari (ma forse ricordo male).
Ecco quindi che nel finale spunta fuori Heston, che al tempo era presidente di un organizzazione che agiva in favore dei possessori di armi da fuoco, e lo scontro è impari perche l'attore ormai vecchio non puo reggere il confronto con un giornalista d'assalto come Moore, che gli si presenta con quella storia della bambina morta e lo annichilisce, lo annienta completamente.
Ecco, da amante del cinema e di Heston attore quel finale mi ha "infastidito" pur appoggiando al 100% il lavoro di Moore.
Apprezzo molto la tua obiettività su questo punto, Munny e ti ringrazio per le tue parole. Naturalmente ora mi è d'obbligo la visione, grazie e un saluto. Elena
Già, però Moore in quell'occasione non andò ad intervistare un vecchio rimbambito ma bensì il presidente della poderosa National Rifle Asociation. Quindi mi spiace ma su questo punto resto del parere che nessuna iniqua aggressione (chiamiamola così) ha avuto luogo. Salutoni,
Marco
Esatto, a quel tempo non era ancora malato di Alzheimer, stava bene, era il presidente del NRA, Moore ha dato lui la possibilitá di avviare un dialogo, ha dato la possibilitá a Heston di rispondere, ma lui non aveva risposte, non aveva parole, pur avendo accettato l'intervista ha detto due idiozie, poi non aveva più parole e risposte ed è andato via molto semplicemente.
ui, del fatto che in un secondo momento si fosse ammalato di alheimer non sapevo nulla, e mi scuso quindi per la scarsa delicatezza -seppur involontaria- del mio intervento precedente. L'intervista di Moore resta comunque ineccepibile.
Moore fa documentari non in stile prettamente naturalistico: in lui c'è già un'opinione che le immagini e i fatti portati in evidenza tendono a rafforzare; detto questo, le tre opere cinematografiche di Moore che io ho visto sono tutte assolutamente condivisibili!
Si hai ragione, porta avanti la sua tesi, lui non pone una tesi contraria alla sua (anche se in opere come questa era giusto fare cosi per me), anche se ha provato a far esporre la sua opinione a Heston, ha provato ad avviare un dialogo ma Heston dopo un po' non sapeva più che dire. Grazie per il passaggio :-)
Django e' stato il film che mi ha fatto conoscere Moore (che poi ho perso di vista).Concordo con te,un pugno nello stomaco.grazie del commento.
Vale lo stesso per me, Bowling a Columbine è il film che me l'ha fatto conoscere (e amare). Grazie per il passaggio :-)
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