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Bowling a Columbine

Regia di Michael Moore vedi scheda film

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La recensione su Bowling a Columbine

di supadany
10 stelle

VOTO : 8.
Questo è il documentario che ha regalato visibilità e celebrità internazionale a Michael Moore per giunta premiato (giustamente) ad una rassegna importante come quella del Festival di Cannes.

Riscontri assolutamente meritati, perché non è mai stato così incisivo e convincente a 360° come in questo caso, probabilmente anche perché non ancora auto compiaciuto e quindi più estroso e libero dal peso della fama e completamente proteso verso il conseguimento di alti obiettivi (senza specchiarsi troppo allo specchio).

Tutto parte dalla strage avvenuta alla Columbine High School nel 1999, quando due ragazzini uccisero tredici persone prima di spararsi.

Immagini forti di repertorio (ma altrove non proprio visibilissime) e documentazione approfondita di chi è sopravvissuto alla strage che si accompagna all’analisi dello stato di fatto della situazione americana sul porto d’armi (apri un conto in banca e ti regalo un’arma) con un finale appuntito e sinuoso con l’intromissione, e seguente intervista (quasi beffarda tanto da sembrare proveniente da un altro mondo), nell’abitazione di Charlton Heston, qui non chiamato in causa per il suo essere attore, quanto per essere il presidente della National Rifle Association.

Documentario affilato, scandito da tempi di rappresentazione vicini alla perfezione assoluta, ma soprattutto caratterizzato dal fatto di scandagliare un tema sempre più di attualità nella società americana del benessere, che, nonostante stragi ormai quotidiane (oggi più di ieri nonostante tutto), continua a non essere affrontato con la dovuta serietà.

Direi che tutto ciò sia proprio sconcertante, di solito si dice che l’esperienza insegna, ma tutti sappiamo bene cosa succede quando le lobby si mettono di mezzo (da noi le banche, da loro, oltre a queste, anche le aziende di armi).

Lo stile di Moore è graffiante e propositivo, ma anche spigliato a tal punto dal riuscire a creare una situazione di umorismo quasi surreale.

In realtà non c’è proprio nulla da ridere e lui lo sa benissimo per primo, tanto da arrivare ad un obiettivo, non seguito dal potere, ma in grado comunque di arrivare a scuotere le coscienze delle persone comuni.

Film documento notevole in tutto e per tutto, con momenti inarrivabili (Charlton Heston e Marilyn Manson docet) ed un messaggio talmente chiaro da non lasciare dubbi.

Impareggiabile.

Su Michael Moore

VOTO : 8.
Ottima regia, avvalorata da incontri, indagini, interviste di altissima fattura, il tutto sempre gestito con intelligenza e un brillante senso di rappresentazione.

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