Regia di Mike Leigh vedi scheda film
Film con personaggi tristi, che sembrano pensare poco, sono dei rassegnati senza piu' speranza, presi dalle brutture di una vita che stancamente si trascina e lascia senza emozioni positive, la maggior parte degli abitanti di un quartiere londinese, fatto di aiuole con l'erba spelacchiata e casermoni che sembrano non finire mai, vivono un' esistenza apparentemente insipida, automi che svolgono le proprie azioni passivamente, chi lavora e chi no.
E' un week-end estivo a Londra, e vi sono le storie di alcuni gruppi di persone, legati piu' o meno dalla durezza di un vivere sofferto e un incazzarsi perenne.
Una famiglia con padre autista, la madre cassiera e due figli uno a casa a fare niente, se non a "drogarsi" di divano e tv, la sorella inserviente in una casa di riposo.
Una coppia con la donna alcoolizzata, con il bicchiere sempre tra le dita di una mano tremante e le labbra, traballanti pure quelle, il marito anche lui autista, hanno una figlia che osserva non senza agire le disavventure dei vicini di casa.
Una mamma anche lei cassiera e a tempo perso stiratrice, con una figlia cameriera, che rimane incinta, ma il suo pseudo e violento fidanzato, non ne vuole sapere e maltratta sia a parole che a fatti la povera giovane.
Un film di una crudezza disarmante, non lascia spazio a sorrisi o a speranze, prevale un senso di sconfitta che a tratti fa cadere le braccia, ma in maniera positiva, rendendo talmente l'idea che lo spettatore ne rimane sopraffatto. Gli attori sono tutti all'altezza di un cinema realista, che da' un idea quasi malsana, ma veritiera, della vita contemporanea, dove per scovare un momento di pace e serenita', qui si devono fare salti mortali.
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