Espandi menu
cerca
Che ora è laggiù?

Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FilmTv Rivista

FilmTv Rivista

Iscritto dal 9 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 243
  • Post 80
  • Recensioni 6309
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Che ora è laggiù?

di FilmTv Rivista
8 stelle

Che ora È a Parigi? Lo chiede una notte al servizio informazioni internazionali un giovanotto di Taipei che vive nella casa allestita a lutto dalla madre dopo la morte del padre. Lui vende orologi vicino alla stazione e il giorno prima ha venduto l’orologio lasciatogli dal padre a una ragazza sconosciuta che sta partendo per Parigi. Comincia così, con il contrasto tra l’animazione vociante delle strade e le litanie monocordi recitate nel silenzio dell’appartamento dalla madre, ”Che ora è laggiù?”, il film di Tsai Ming-liang presentato a Cannes nel 2001 che finalmente esce anche sui nostri schermi: un omaggio trasversale a “I quattrocento colpi” ha detto l’autore (che infatti fa acquistare una cassetta del film di Truffaut al protagonista, che se la guarda di notte, e poi, a Parigi, fa incontrare la ragazza con Jean-Pierre Léaud), la descrizione appuntita e partecipe di una giovinezza tutt’altro che sbandata, ma certamente afflitta. Vita monotona quella di Hsiao Kang, e ancora più intristita dalle ossessioni superstiziose che si sono impadronite della madre, che continua a preparare i pasti per il marito morto, è convinta che ogni insetto possa essere la sua reincarnazione e disattiva la corrente per permettere al suo spirito di passeggiare liberamente nell’oscurità. Anche se i fantasmi, potendo scegliere, decidono magari di materializzarsi in un luogo più piacevole. Laconico come sempre, Tsai Ming-liang incrocia le solitudini dei suoi personaggi senza farle mai comunicare, tratteggia esistenze minimali (e molto credibili) più attraverso i particolari di comportamenti surreali che non attraverso momenti forti. L’evento traumatico è già avvenuto, quello che resta sono i palliativi assurdi che colmano il vuoto. Costruito su un tempo lineare e impeccabile, sulla successione piana di momenti solo all’apparenza sempre uguali, dove gli acuti di solitaria sofferenza sgorgano come un flusso naturale, “Che ora è laggiù?” è illuminato da uno humour istintivo e dall’affettuosa comprensione per un mondo che pare fatto di entità separate, ma dove Parigi e Taipei sono molto più vicine di quanto sembrano.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 25 del 2002

Autore: Emanuela Martini

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati