Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film
Hsiao-Kang è un venditore ambulante di orologi. Dopo la morte del padre incontra Shiang-Chyi che, in partenza per Parigi, insiste per avere l'orologio del defunto. Le camere fisse di Tsai Ming-liang sono semplicemente geniali, per la composizione dell'immagine, per ciò che riesce a farvi accadere all'interno: scatole epifaniche dell'esistenza in successione continua. Tra luci insolitamente sgargianti, l'alienazione non è più concettuale ma fisica (la morte, i fusi orari) e nell'insolubile attesa si tenta - in vano- di contrarre distanze incommensurabili facendo convergere i tempi. Imperdibile.
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