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Solo per una notte

Regia di Maxime Rappaz vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Solo per una notte

di alan smithee
6 stelle

locandina

Solo per una notte (2023): locandina

AL CINEMA - FESTIVAL DI CANNES 76 - CANNES ACID 

Una vita alla settimana la bella cinquantenne sarta Claudine prende la teleferica che dal paese in cui vive la porta alla diga idroelettrica che sovrasta la valle.

Giunta in cima alla diga, la donna entra nel ristorante di un albergo per turisti e, complice un cameriere compiacente, Claudine approccia, con un certo piglio sicuro, uomini soli di passaggio con cui si intrattiene per un rapporto sessuale. Col procedere della storia, comprendiamo che i motivi per cui la donna si concede ad estranei non rientrano tanto in smanie personali intraprese per placare pulsioni personali, quanto piuttosto per conoscere realtà, luoghi e particolari personali che le servono per scrivere lettere in nome di un padre che non esiste, ad uso e consumo del figlio disabile della stessa Claudine.

scena

Solo per una notte (2023): scena

Jeanne Balibar, Pierre-Antoine Dubey

Solo per una notte (2023): Jeanne Balibar, Pierre-Antoine Dubey

Ma quando l'uomo che la donna ha frequentato in quella sua ultima gita alla diga, ingegnere e tecnico addetto alla manutenzione dell'imponente impianto, decide di prolungare la permanenza in quell'albero per il protrarsi di controlli, ma routine amorosa di Claudine prende una svolta che, per la prima vita, rischia di coinvolgere la donna anche affettivamente, andando ben oltre le motivazioni che l'hanno indotta verso quella scelta di vita inconsueta e a carattere routinario.

 

Jeanne Balibar, Thomas Sarbacher

Solo per una notte (2023): Jeanne Balibar, Thomas Sarbacher

Jeanne Balibar, Pierre-Antoine Dubey

Solo per una notte (2023): Jeanne Balibar, Pierre-Antoine Dubey

L'opera d'esordio di Maxime Rappaz è uno studio psicologico ed intimo interessante attraverso cui il regista riesce a rappresentare i tratti inconsueti di una figura femminile potente e sfaccettata, oltre che poco consueta. Il merito della produzione sta anche nell'aver saputo trovare una attrice protagonista del calibro di Jeanne Balibar, raffinata interprete e musa di maestri assoluti della settima arte come Jacques Rivette, Desplechin, Amalric, Pedro Costa.

Una sorta di alternativa ma similmente algida Meryl Streep europea in versione "donna dell'ingegnere sulla diga", in un film che affascina e prende emotivamente lo spettatore, man mano che le motivazioni della singolare scelta di vita della donna prendono vita e si chiariscono.

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