Regia di Jeff Margolis vedi scheda film
Ringo Starr, il famoso batterista e cantante, è fortemente stressato dalla sua vita sempre sotto ai riflettori. Un giorno incontra per caso un timido sfaccendato che gli somiglia moltissimo e che di nome fa Ognir Rrats; i due decidono di provare a scambiarsi le identità. Ciò che accade, naturalmente, è sorprendente per entrambi.
Come film, Ringo fa acqua da tutte le parti: è semplicemente ed evidentemente un pretesto per riportare sullo schermo – quello piccolo – un Ringo Starr in calo di vendite e di popolarità dopo l'insuccesso clamoroso del suo album Ringo the 4th (1977). Questo lavoro di un'ora scarsa di durata esce infatti in concomitanza con un disco, Bad boy, farcito di vecchi successi e standard rock and roll che, nelle intenzioni dei discografici, dovrebbero aiutare il batterista a risollevarsi e a riportarsi nelle grazie del grande pubblico: così purtroppo non sarà e, quanto è peggio, il tonfo stavolta riguarderà sia il disco che il film. Ringo in effetti ancora oggi non è ricordato neppure dai beatlemaniaci più accaniti, nonostante la presenza ulteriore di George Harrison nei panni del narratore (presente anche in prima persona) e, nella colonna sonora, di alcuni classici del repertorio dei Fab 4 come Yellow submarine o Act naturally. E dire che il prodotto era principalmente dedicato a quel settore del mercato: non averlo raggiunto (anzi: neppure sfiorato) ne dimostra inequivocabilmente il fallimento. Dopo decenni di anonimato assoluto, oggi Ringo è facilmente visionabile online, ma si tratta comunque di una visione ardua anche per lo spettatore più affezionato al musicista; la sceneggiatura di Neal Israel e Pat Proft, vagamente ispirata a Il principe e il povero di Mark Twain, è poco più che abbozzata, ogni quattro-cinque battute (recitate così così, va detto) parte una canzone – spesso senza un chiaro nesso logico – e neppure la presenza di alcuni attori veri e rinomati come Vincent Price, Josh Ritter, Art Carney, Carrie Fisher e Angie Dickinson riesce a salvare il salvabile. Operazione simpatica, questo è il meglio che se ne possa dire. 2/10.
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