Era il 2002 quando fu portato per la prima volta sullo schermo uno dei supereroi più amati dell'universo fumettistico, un personaggio che attraverso la carta ha entusiasmato generazioni e generazioni di giovani. Sto parlando di Spider-Man, o uomo ragno, come viene anche comunemente definito. Ammetto di non essere né un fan e né un esperto di fumetti (mai letto uno in vita mia). Tuttavia, siccome le principali critiche ai film si basano principalmente sul confronto con il fumetto, per scrivere questa recensione mi sono informato su tutto il mondo dello spidey di quartiere. Faccio subito una premessa. Ogni volta che esce al cinema l'adattamento di un libro, subito entrano in scena i fan, pronti ad inveire contro i realizzatori o a lodarli per il loro impegno nell'aver mantenuto invariata l'opera letteraria. Stessa cosa quando si parla di fumetti. Il solito discorso degli adattamenti. Io penso che il regista debba essere libero di fare il suo film, indipendentemente da tutto. Chi è fan di un libro o di un fumetto, significa che conosce bene ed ama tutti gli eventi che avvengono in esso, ed andare al cinema a vedersi la perfetta fotocopia di ciò che già si conosce bene, penso che sarebbe qualcosa di molto molto noioso. Finita questa mia riflessione, torniamo subito a parlare del film in questione. A me spider man è sempre piaciuto, probabilmente è uno dei miei supereroi preferiti. Mi ha sempre affascinato la sua profonda umanità. Sebbene disponga di grandi poteri, è un ragazzo nel pieno dell'adolescenza, con i suoi problemi e le sue insicurezze, che da un momento all'altro si ritrova a dover gestire dei poteri pazzeschi. Inizialmente ciò lo rende più sicuro, è soddisfatto di mettere al servizio degli altri le capacità che ha acquisito, ma ben presto si renderà conto che conciliarlo con il lavoro, la scuola , la donna che ama, non è affatto facile. Questo aspetto viene giustamente approfondito nel secondo capitolo. Ma tutto parti' nel 2002, quando Columbia acquistò i diritti e portò il personaggio sullo schermo, in quello che sarebbe diventato il capostipite dell'ondata moderna di cinecomics che tutt'oggi ci sta travolgendo. In realtà, il primo in assoluto fu l'X MEN di Singer nel 2000, che si rivelò anche un discreto successo ai botteghini. Ma il gruppo di mutanti era (almeno allora) considerato più di nicchia rispetto ad uno spider man.
Alla regia del primo adattamento fu piazzato a sorpresa Sam Raimi, regista di una versatilità sorprendente, uno che riesce a passare da film horror semi amatoriali (come la trilogia de La Casa) a blockbuster hollywoodiani di grande valore produttivo. Egli dichiarò subito di essere un grande fan di spider-man e che il suo sogno era proprio quello di realizzare un film dedicato a lui.
Per interpretare il protagonista, Raimi prese una decisione che molta gente non è ancora riuscita a digerire, scelse Tobey Maguire. Ed è ecco subito (secondo loro) la prima carognata ai fan del fumetto classico: nel ruolo della ragazza ambita dal protagonista fu inserita Mary Jane Watson invece che Gwen Stacy, come invece avviene nel fumetto. Ad impersonarla Kirsten Dunst, mentre i ruoli degli zii di Peter furono affidati a Rosemary Harris e Cliff Robertson. Il migliore amico di Peter è Harry Osborn (un giovane James Franco), figlio dello scienziato e industriale Norman Osborn, che si trasformerà nel malvagio Goblin (un attorone del calibro di Willem Dafoe). E' inutile che mi metto a raccontare la sinossi, penso che anche le pietre per la strada l'ha conoscano. Seconda carognata ai fan: le ragnatele del film sono organiche, appartengono proprio al corpo di Peter, a differenza del fumetto, dove invece il protagonista si costruisce uno spara-ragnatele. Ora, personalmente e logicamente, davvero non ci trovo niente di cosi' scioccante in ciò. Se Peter viene morso da un ragno, acquisisce dei poteri come arrampicarsi ai palazzi e prevedere il pericolo, cosa c'è di cosi' tanto scandaloso nel fatto che gli escano le ragnatele dai polsi? Stessa cosa per Tobey Maguire. Se il personaggio è un nerd imbranato preso in giro da tutti, perchè criticarlo? Egli è riuscito a dare una performance ottima e anche piuttosto versatile, con momenti drammatici abbastanza convincenti. In fin dei conti, il primo film di Raimi funziona bene. I problemi di eccessivo imbecillimento si avranno nel secondo capitolo, secondo me. Regia ottima, l'azione c'è, e quella di Elfman è stata la colonna sonora di una generazione. Il problema è uno: troppo infantile in alcuni momenti. Ci sono scene e dialoghi davanti alle quali sono letteralmente scoppiato a ridere, soprattutto per l'eccessivo istrionismo del personaggio di Willem Dafoe. Ciò non toglie che la sua performance sia stata eccelsa, ci sono delle espressioni facciali da brivido, ma talvolta troppo accentuata e irrealistica. Altro aspetto criticabile sono gli effetti speciali, ottimi per alcuni aspetti e mediocri per altri. Mi sono piaciute le sequenze di volo fra i palazzi, mentre sono rimasto dubbioso per le sequenze in CGI. E' vero che quello degli effetti speciali è un campo in continuo mutamento, nel quale in soli 12 anni si sono fatti passi da gigante, ma alcune sequenze potevano essere fatte meglio. Come anche in Harry Potter e la Pietra Filosofale, di un'anno prima, se si nota bene, sono evidente i limiti dell'epoca. Ma per fortuna, in entrambi casi, ci sono stati miglioramenti già dal capitolo successivo. Insomma, posso dire che quello di Raimi resta un prodotto validissimo, un film che ha accompagnato l'infanzia di tanti ex-adolescenti e che inevitabilmente è entrato nella storia del cinema fumettistico. Indimenticabile il bacio sotto la pioggia. Molti ritengono che la prima trilogia sia tratta dal fumetto classico. In effetti è cosi, ma andando a notare bene scopriamo che tante cose provengono anche dalla Ultimate (il wrestling, Mary Jane). La verità è che Sam Raimi ha fatto i suoi film. Punto.
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