Regia di Volker Schlöndorff, Margarethe von Trotta vedi scheda film
Schlöndorff è sempre stato un bravo illustratore di soggetti altrui piuttosto che un autore in proprio. In effetti il suo film più celebre (e celebrato, anche con un premio Oscar) è l'ottima riduzione del romanzo IL TAMBURO DI LATTA di Gunter Grass. Un po' meno gli riuscì - ed in effetti non era impresa facile, specialmente se come protagonista viene imposta Ornella Muti - la resa cinematografica del proustiano UN AMORE DI SWANN. Qui siamo sui livelli del TAMBURO, anche se chi ha letto il romanzo di Heinrich Böll sostiene che il film non è all'altezza dello stile sperimentale del testo originario. In ogni caso, questo atto d'accusa su un certo modo di fare stampa si giova di una messinscena asciutta (dovuta alla sceneggiatura del regista e di Margarethe Von Trotta, che all'epoca era sua moglie) e di una buona interpretazione di Angela Winkler e del sempre positivo Mario Adorf. Anche se qualche particolare risulta un po' forzoso, come, ad esempio, questa Francoforte, novella Viareggio, in cui sembra sempre Carnevale. Deve farci riflettere il finale, con l'orazione funebre dell'ipocrita editore della canagliesca "Zeitung", che fa passare l'uccisione del suo giornalista come un attentato alla libertà di stampa, anziché, com'era, il gesto disperato di vendetta di una donna cui l'infame pennivendolo (ovviamente vi sono giornalisti bravi e squallidi sciacalli) aveva rovinato l'esistenza.
Katharina Blum, divorziata, di professione domestica, incontra una sera, ad una festa di Carnevale, un giovane ricercato e se lo porta a casa. La mattina dopo, dileguatosi il giovanotto, la polizia fa irruzione nella casa della ragazza e l'arresta. Con domande banali, ma sempre più stringenti, la polizia accusa la Katharina di essere complice del presunto terrorista anarchico. Nel frattempo, un quotidiano scandalistico monta una campagna di stampa contro di lei.
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