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Una donna libera

Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film

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La recensione su Una donna libera

di mm40
4 stelle

Liana deve sposare Fernando, ma annulla il matrimonio per seguire Gerardo, musicista; il flirt però dura poco e la ragazza si ritrova così a Parigi, dove convola a nozze col ricco Massimo. Non è ancora la vita che fa per lei, tanto che rincorre daccapo Gerardo. Infine si ritrova, rassegnata, a tornare a capo chino al paese di origine.

 

Da un testo teatrale dell’argentina Malena Sandor, l’unica sua opera peraltro mai ripresa dal cinema, ecco questa pellicola scritta da Oreste Biancoli e Fabrizio Sarazani e messa nelle mani di Vittorio Cottafavi, regista dall’esperienza già decennale e piuttosto avvezzo oramai ai melodrammi e alle storie sentimentali. Qui forse il tono patetico è persino troppo calcato e, in secondo luogo ma dettaglio non meno importante, rimane dell’amaro in bocca per la risoluzione facilotta, sbrigativa e buonista (termine oggi fuorviante; i contemporanei leggano ‘democristiana’) della trama. A ogni modo il ritmo è sufficientemente alto e la recitazione funziona per tutti gli interpreti principali, fra i quali si possono annoverare Françoise Christophe, Pierre Cressoy, Gino Cervi, Lianella Carell, Christine Carere, Luigi Tosi, Elisa Cegani e Galeazzo Benti. Soltanto intrattenimento, ben confezionato ma privo di particolari motivi di interessi. Di lì a poco, con la nascita della televisione di Stato, Cottafavi troverà il suo futuro diventando uno dei maggiori registi di sceneggiati per il piccolo schermo. 4/10.

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