Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Liana, neo laureata in architettura, alla vigilia del matrimonio con un collega conosce un fascinoso musicista e lascia tutto per lui, che però non intende legarsi; allora lei va a Parigi per guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro, sposa un bonario armatore di mezza età, ma continua a sentirsi insoddisfatta. La cornice melodrammatica è datata, la recitazione è compassata e il personaggio del seduttore oggi avrebbe qualche possibilità di fare breccia solo fra casalinghe cresciute a pane e telenovelas. Ma al centro c’è un ritratto femminile di notevole audacia e in anticipo sui tempi, degno di Pietrangeli, che avrebbe meritato solo un’interprete più espressiva: una donna piena di contraddizioni, che prima rifugge la piatta esistenza borghese che la aspetta accanto a un fidanzato noioso, poi vorrebbe aggrapparsi proprio all’uomo che l’ha fatta diventare libera, quindi si illude di aver raggiunto la maturità per poter affrontare una vita di coppia, infine prende il posto della defunta madre come vestale domestica e tenta inutilmente di impedire alla sorella minore di ripetere i suoi stessi errori. Intermezzi comici di Galeazzo Benti, che dopo Totò a colori continua a prendere in giro gli esistenzialisti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta