Ai giorni nostri Victor (Leslie Odom Jr.), un padre vedovo di professione fotografo, si ritrova genitore affettuoso ma ormai senza fede dopo il trauma subito dalla perdita della consorte incinta nel 2010 durante una vacanza ad Haiti, quando un terremoto devastante li colse in tutta la sua furia e a seguito del quale l'uomo dovette prendere una decisione drastica quanto crudele.
Ma il fatto di ritrovarsi con la figlia, frutto di una protezione che, proprio il giorno della catastrofe, la madre ricevette tramite un rito propiziatorio locale, costituì probabilmente il tassello atto a garantire la sopravvivenza della bimba.
Ora la ragazza, di nome Angela (Lidya Jewett) , è una adolescente tredicenne, che un giorno si avventura nel bosco con la sua migliore amica Katherine (Olivia Marcum), convinte entrambe a ricorrere ad un rito esoterico che possa mettere in comunicazione la prima con la madre mai conosciuta.
Da quel momento iniziano i problemi.
Le due ragazze scompaiono, tra il panico dei familiari di entrambe e vengono ritrovate alcuni giorni dopo tutte emaciate, ferite e prive di memoria.
Angela verrà tenuta ricoverata sotto le cure della anziana infermiera Ann, mentre i ricchi genitori di Katherine preferiscono riportare a casa la figlia.
Su entrambe, dapprima esteriormente guarite, ricominceranno presto a riaffiorare le ferite fisiche e umorali che derivano da quello che, per la madre di Katherine, deriva da un vero e proprio viaggio compiuto dalle due negli inferi.
Ma Victor, da tempo miscredente, si affida alla scienza e rifiuta quegli approcci a suo modo di vedere considerati medioevali e fuorvianti.
Fino a rendersi conto pure lui, dinanzi a testimonianze inequivocabili fornite dalla infermiera Ann, che qualcosa di demoniaco si è impossessato delle due amiche.
Grazie all'anziana donna, Victor verrà a contatto con l'ancor più anziana Chris MacNeil (la grandissima Ellen Burstyn, qui coinvolta novantenne e suo malgrado in un ruolo assai ingrato), madre di Regan, la bimba posseduta ad inizio anni Settanta, ora divenuta una scrittrice specializzata in esperienze esoteriche e legate ad esorcismi.
David Gordon Green, dopo la trilogia con cui si è impossessato, nel bene come nel male, di un mito horror come Michael Meyers di Halloween, si tuffa a corpo libero in quello che ambisce a divenire il sequel ufficiale e diretto de L'esorcista del 1973, capolavoro assoluto del recentemente compianto William Friedkin.
Dopo L'eretico, ambizioso sequel ad opera del bravo John Boorman, che firmò a fine anni '70 un dignitosissimo sequel con un torvo Richard Burton e una splendida Louise Fletcher in aggiunta a Linda Blair e all'iconico padre merrel di Max Von Sydow)penalizzato dal fatto di essere sin troppo complesso e tortuoso rispetto all'inimitabile originale, dopo un terzo episodio diretto dallo scrittore de L'esorcista, William Peter Blatty, e dopo un singolarissimo (forse caso unico mai occorso al cinema) "doppio quarto episodio", ovvero un prequel rappresentato dal progetto originario di Paul Schrader, "Dominion: Prequel to the Exorcist" (2005), e dal rifacimento commerciale a cura di Renny Harlin, con L'esorcista - La genesi (2004), ecco che tocca al "credente", ma la storia del tardivo sequel di Green non convince affatto, e dopo un incipit caraibico piuttosto interessante, il film si svilisce in una storia senza nerbo che non presenta mai alcun elemento di vera tensione, in linea con il film capostipite o il suo complesso sequel.
La vicenda delle due ragazzine scomparse e possedute, infatti, non possiede alcun elemento che possa mai avvincere o terrorizzare, afflitto come si rivela il film dalle moine delle due protagoniste, o ancor peggio da quelle dei genitori di entrambe, insopportabili, per nulla in grado di poter mai suggerire nessuna inquietudine che possa in qualche modo raffrontarsi alla possessione della Regan originale.
Una Linda Blair che riappare in un veloce cameo finale consolatorio quanto ruffiano, al quale non si può pretendere di poter riuscire a ristabilire le ragioni di un film-disfatta davvero insulso ed inconcludente, incapace di creare alcuna tensione che possa in qualche modo raffrontarsi, se non all'originale, ad alcuno degli altri compositi seguiti della tormentata "serie".
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