Regia di Sandra Nettelbeck vedi scheda film
Piatti prelibati e delusioni esistenziali, piccione con i tartufi, basilico, spaghetti, antiche ricette familiari e la perdita di una sorella, la convivenza non semplice con la nipotina, Lina, rimasta sola dopo la scomparsa della madre. Allegria e operosità della brigata di cucina e silenzio, solitudine, lieve depressione. Marta è una chef brava e piena di talento gastronomico ma gli ingredienti della sua vita sono mal combinati e la presentazione dei piatti (delle sue giornate) è decisamente poco raccomandabile. Non merita né i cappelli da cuoco né le forchette delle guide del mangiare e bere bene. L'arrivo di Mario, chef italiano, canterino, ritardatario ma comunque molto simpatico (un Sergio Castellitto in una performance rilassata e libera, molto giocata su omaggi e dettagli), aggiunge sale aromatico e intingoli intorno alle difese di Martha. L'esordiente tedesca Sandra Nettelbeck entra nel filone "cucina e sentimenti " in modo garbato e senza lampi di originalità. Nel film aleggia l'odore nostalgico di un soffritto mediterraneo (canzoni, qualche ricordo, il topos della partita dei mondiali Italia-Germania) e il cibo è la solita materia prima della seduzione e della malinconia.
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