Regia di Gregory Hoblit vedi scheda film
Film di guerra intervallato a lunghe scene di tribunale. Per appassionati dei due generi accoppiati assieme, un trionfo. Per tutti gli altri è invece un film abbastanza insignificante per cominciare a sbadigliare alla prima battuta stereotipata, ovvero alla prima battuta. Tutto procede secondo le più scontate previsioni e, al di là di una pur nobile vena critica contro il razzismo made in USA (frequenti richiami alle iniquità verso gli uomini di colore in Alabama, come se tutto il discorso potesse esaurirsi lì), c'è solo del ridicolo buonismo che trasuda posticcio. Non c'è lieto fine.
Seconda guerra mondiale. Il tenente USA Hart entra in un campo di prigionia tedesco. Quando un ufficiale viene ucciso, Hart viene nominato avvocato difensore dell'unico indiziato per l'omicidio, un soldato americano di colore destinato con ogni probabilità all'esecuzione. Ma è tutta una copertura: il processo viene inscenato solo per tenere impegnati i tedeschi mentre 35 americani evadono. Ma non riusciranno nell'impresa.
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