Regia di Michel Gondry vedi scheda film
La prima sceneggiatura di Charlie Kaufman (Essere John Malkovich) aveva fatto esordire alla regia cinematografica un asso del videoclip come Spike Jonze; per la sua seconda storia ecco che debutta dietro la macchina da presa Michel Gondry, proveniente da - indovinate dove? Dal videoclip, già. Purtroppo però la classe di Jonze non è neppure lontana parente del mestiere (sufficiente, ma proprio per questo non entusiasmante) di Gondry; e a dirla tutta questo Human nature non ha le potenziailtà del precedente lavoro di Kaufman, che qui non mostra tutto il suo mordente ironico intriso di grottesco, limitandosi a qualche spolverata surreale qua e là su una trama fondamentalmente scorrevole e non molto fantasiosa (il primo pensiero va al Ragazzo selvaggio di Truffaut, inevitabilmente). Non si mettono in discussione Robbins, la Arquette (il cui personaggio da adolescente è interpretato dalla cantante Hilary Duff) e Rhys Ifans, ma sono proprio i loro personaggi ad avere poco spessore: la donna-scimmia e l'uomo-scimmia, lo scienziato con le fisse e la bella collega che diventa amante... tutto molto leggero e prevedibile, il che appunto sorprende per il caleidoscopico sceneggiatore. La natura umana è quella di bestie: come morale questo lavoro non pare avere granchè da suggerire, per quanto assolutamente condivisibile negli intenti; la cosiddetta civilizzazione è uno stupro della nostra natura animalesca e vivremo sempre con un sottile rimpianto istintivo per ciò che sapremmo e dovremmo essere. Il finale apertamente comico, poi, è di una banalità sconcertante. 4,5/10.
Lila è una ragazza bella, ma straordinariamente pelosa, Nathan uno scienziato; nelle foreste trovano un ragazzo-scimmia e lo accudiscono in laboratorio, facendone un ometto civile. Nel frattempo lo scienziato però se la intende con la sua assistente, così Lila lo tradisce con il ragazzo-scimmia, andando a vivere con lui nelle foreste.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta