Regia di Michel Gondry vedi scheda film
MUBI - PRIMA I PRIMI: opere prime di noti registi
Lila (Patricia Arquette) è una bellissima ragazza, afflitta da un problema ormonale che le fa crescere peli antiestetici ovunque sul corpo.
Questa circostanza la rende insicura e indifesa in un contesto sociale che non ammette inestetismi di tale proporzione. Per questo motivo decide di abbandonare la modernità per rifugiarsi in una foresta, libera di esporsi senza essere giudicata o derisa. In quel luogo solo apparentemente ostile conoscerà lo scienziato Nathan (Tim Robbins), uomo ancora piegato dai duri insegnamenti inflessibili di una madre intransigente (Mary Kay Place), che ha soggiogato anche il marito (Robert Foster) e ora brillante studioso del comportamento animale.
I due si innamorano, ma Nathan non sa che Lila è affetta da quegli inestetismi che la donna affronta con lunghe sedute di depilazione.
Il giorno in cui scopre quella caratteristica inestetica della moglie, l'uomo si convince a farsi irretire dalla bella segretaria (Miranda Otto) che da tempo cerca di conquistarlo.
Nel frattempo lo scienziato è passato dallo studio comportamentale di due cavie di roditori, a quello di un bizzarro uomo cavernicolo (Rhys Ifans) trovato a vivere in un bosco allo stato primitivo. Le coppie finiranno per spaiarsi e Lila trovare conforto tra le braccia e la sfrontata sessualità del cavernicolo.
Da uno script brillante e un po' fuori di testa che coinvolge Gondry, ma anche e soprattutto Charlie Kaufman, alla sua seconda sceneggiatura dopo Essere John Malcovich di Spike Jonze del 1999, il cineasta francese Michel Gondry esordisce con un film tutto americano che si giova di un cast costellato di star, ed una storia d'amore contrastato e conteso che si dipana tra messaggi ecologisti e ironia, e studia in modo sottile le inevitabili divergenze che rendono la vita di coppia una battaglia piena di sorprese e ostacoli infiniti.
Gondry predilige già in questo suo esordio le situazioni oniriche, le scenografie surreali che svilupperà meglio in opere successive come L'arte del sogno (2006) e le situazioni inverosimili che anche in questo caso avrà no una resa migliore con il successivo e splendido, se non geniale, Se mi lasci, ti cancello (2004), sceneggiato pure questo da Charlie Kaufman e uno degli apici della futura, notevole e molto originale filmografia dell'apprezzato cineasta francofono.
Ma Human Nature, nonostante qualche ripetitività e cessiva, è un film così bizzarro che riesce a divertire e a fare riflettere, nonostante l'autore riesca a non cadere mai nell'errore o nella pedanteria di voler esplicitare intenti pedagogici, nascosti alla grande da una felice ironia e dal paradosso che regna sovrano ed incontrastato lungo tutta la spassosa vicenda.
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