Regia di John Dahl vedi scheda film
Pochi elementi, quasi elementari: due fratelli in auto, a cui si aggiunge, più avanti, una ragazza; un camionista permaloso e folle; il suo tir, enorme; l’ampiezza sconfinata delle freeways americane, quelle classiche, dove non trovi nulla per miglia e miglia; motel; tavole calde. Tra i motori del film, quello che avvia la storia è una burla attuata dai giovincelli ai danni del camionista, per mezzo delle ricetrasmittenti dei tir. Un “suspenser” nudo e crudo, che prende a piene mani da “The Hitcher” e “Duel”, recuperando un cinema di divertimento essenziale lontano da beceraggini e da offese alla ragione e al buon senso. Dahl utilizza i luoghi e i loro stereotipi con bella cognizione, sbattendo di qua e di là i suoi volti giovani, troppo lindi per non indurre il male in tentazione (Zahn anche, ma Walker e soprattutto la Sobieski sembrano fatti apposta per essere trucidati). Senza crepe nel ritmo, né squilibri di toni. Non raggiunge la precisione lucidissima di “Breakdown – La trappola”, e si ha come la sensazione che avremmo potuto avere di più. Ma così com’è, per un prodotto di puro entertainment sfornato da una major oggigiorno, basta e avanza. No comment sul penoso titolo italiano.
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